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1993, il dopo Tangentopoli da Berlusconi a D'Alema

Torna il 16 maggio la serie con Stefano Accorsi e Miriam Leone

Dopo la Rivoluzione di Tangentopoli, arriva il Terrore di '1993'. Con una frase di Georges Danton al patibolo, recitata da Stefano Accorsi in una stanza dell'Hotel Raphaël di Roma poco prima del famigerato lancio di monetine contro Bettino Craxi, si apre la nuova stagione della serie originale di Sky dedicata agli avvenimenti cruciali della storia d'Italia. Le 8 nuove puntate, in onda dal 16 maggio alle 21.15 e ogni martedì su Sky Atlantic e Sky Cinema Uno, vedono approfondirsi l'analogia con la stagione rivoluzionaria francese.

"Il 1993 fu un anno complesso, tra bombe e suicidi che ebbero un impatto psicologico rilevante sul Paese - dice Andrea Scrosati, VP programming di Sky Italia, presentando a Milano la serie - Questa stagione sintetizza quella grande oscurità". Un'oscurità che non è solo ombra del giudizio sui politici corrotti, come spiega lo sceneggiatore Stefano Sardo, creatore di '1993' con Alessandro Fabbri e Ludovica Rampoldi: "Il terrore di quegli anni è quello di un Paese che non sa cosa sta accadendo, con forze che reagiscono a quella rivoluzione nemmeno note all'opinione pubblica e una perdita di punti di riferimento".

Così il romanzo corale diretto da Giuseppe Gagliardi assume tinte più fosche e i codici narrativi del thriller politico, mentre segue le storie di ambizione, rivincita e vendetta dei sei personaggi: il consigliere di Silvio Berlusconi Leonardo Notte (Accorsi), la showgirl Veronica Castello (Miriam Leone), il parlamentare leghista Pietro Bosco (Guido Caprino), la giovane imprenditrice Bibi Mainaghi (Tea Falco), il poliziotto del Pool di Mani Pulite Luca Pastore (Domenico Diele) e il pm Antonio Di Pietro (Antonio Gerardi), ai quali si aggiungono anche Laura Chiatti (Arianna, fidanzata di Leo) e Vinicio Marchioni (Massimo D'Alema).

Realtà del 1993 e finzione si alternano in una trama scandita da momenti come il cappio alla Camera dei Deputati (eseguito da Bosco, con licenza poetica) o l'attentato a Maurizio Costanzo e attraversata da temi come la discesa in campo di Silvio Berlusconi e l'ascesa di Umberto Bossi (entrambi presenti nella serie), o i casi giudiziari Enimont o malasanità: "L'idea originale del progetto era raccontare dal di dentro quelli che erano sempre stati guardati attraverso lenti deformanti e mai per quello che sono stati: Bossi, Berlusconi e la procura di Milano sono stati i creatori di un periodo lunghissimo - spiega Lorenzo Mieli, Ceo di Wildside, che ha realizzato la serie - Nel 1993 si è visto in modo drammatico lo scontro tra la voglia di giustizia e la sua deriva ghigliottinesca, la nascita di una casta da buttare giù, si è radicalizzato qualcosa che oggi è il tema di ogni giorno".

Ancora una volta l'approccio non è però quello dell'inchiesta, come ribadisce Ludovica Rampoldi, citando il personaggio di Berlusconi: "Non ci interessava una ricostruzione oggettiva ma lo spirito del tempo, che fu cambiato da lui, visto attraverso gli occhi del suo più grande fan, Leo Notte". "Il racconto di Berlusconi è affascinante perché al di là delle valutazioni politiche si vede un uomo di fronte a una decisione che cambierà la sua vita", aggiunge Scrosati. E dopo il successo di '1992', venduta in oltre 100 paesi, e l'arrivo della nuova serie, il racconto si chiuderà idealmente con '1994', il terzo capitolo - non ancora in lavorazione - dedicato alla Restaurazione.

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