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Lungo la Blue line, missione Italia

Lungo la Blue line, missione Italia

Su Sky Cinema Cult, nella missione Unifil tra Libano e Israele, voce narrante Filippo Timi

ROMA, 23 aprile 2015, 18:21

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

Tv: Lungo la Blue line,viaggio nel contingente italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tv: Lungo la Blue line,viaggio nel contingente italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tv: Lungo la Blue line,viaggio nel contingente italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Ognuno di noi ha la consapevolezza che ci si sono dei rischi, un conto è immaginarli un'altro è viverli sulla propria pelle". A parlare è il capitano Anna Chiara Rametta che ricopre un ruolo importante nel teatro operativo sul confine tra Libano e Israele nella missione Unifil, sposata con un collega stanziato a Herat e rimasto gravemente ferito.

    Sbarca su Sky Cinema Cult in prima serata da lunedì 27 aprile 'Lungo la Blue Line' un nuovo documentario-evento dedicato ai soldati italiani. Alla regia Andrea Binetti che ha relizzato il docu-film con il supporto dell'Esercito Italiano. Dopo Reduci, e Buongiorno Afghanistan, un nuovo racconto corale del lavoro quotidiano dei nostri militari in missione, impegnati questa volta in Libano. Prodotto da Michele Bongiorno e Good Day Films per Sky Cinema. Dietro la macchina da presa Andrea Binetti che ha realizzato il film con il supporto dell'Esercito Italiano. Il docu-film è stato presentato in anteprima nella Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito alla presenza tra gli altri Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Gioacchino Alfano, del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Danilo Errico, di Andrea Zappia, Amministratore Delegato di SKY Italia e Andrea Scrosati, Executive Vice President Programming, Cinema, Entertainment, News & Partner Channels - Sky Italia.

   L'attore Filippo Timi è la straordinaria voce narrante che racconta, direttamente sul campo l'esperienza di uomini e donne dell'esercito impegnati nella missione UNIFIL in confine storicamente caldo, martoriato negli ultimi anni dalla violentissima guerra civile in Siria: "Questo non è l'Afghanistan, dove le armi sono sempre pronte a sparare, qui è politica, tutto più sottile, complicato". Lontani dal classico reportage di guerra “embedded” queste storie, grazie al permesso esclusivo dello Stato Maggiore dell’Esercito, possono arrivare a tutti, in una dimensione narrativa che sta tutta nelle voci e nei sentimenti dei protagonisti, nella coraggiosa, silenziosa, toccante sfida che essi e le persone loro vicine affrontano costantemente. Come le storia del Sergente Emanuele Volpe del team cinofilo  anti – esplosivo, che racconta del suo rapporto con il cane e di come questo sia importante nell’affrontare la solitudine e lo stato di tensione che suscita quel particolare scenario operativo; il rapporto quotidiano tra il Primo Maresciallo Marco Forte e il Caporal Maggiore Scelto Michela Forte, rispettivamente padre e figlia, che si sono ritrovatii per caso di stanza nella stessa base;  e quella di due Caporal Maggiori Scelti Alfredo Dell'Anna e Federica Colalongo, che affrontano la missione come coppia. 

   Una missione delicata e poco conosciuta, quella che impegna dall'agosto 2006 il contingente militare italiano lungo il confine tra Israele e il Libano, all'interno della missione Unifil, con il compito di monitorare e garantire la sicurezza. Una missione di pace dove sono impegnati 1.100 uomini e donne, comandata oggi dal generale di divisione Luciano Portolano, che continua a monitorare il rispetto del cessate il fuoco ed il rispetto della blue Line. "Questo film - ha detto il generale Errico - è la dimostrazione di quanto la Difesa e l'Esercito Italiano siano una risorsa per il Paese, all'estero e in madrepatria, favorendo la diffusione della coscienza e la consapevolezza presso l'opinione pubblica di quello che facciamo quotidianamente". "Quest'opera - ha aggiunto il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito - onora la memoria di quanti hanno sacrificato la vita o portano i segni del loro impegno sul proprio corpo". l'Ad di Sky Italia Zappia ha sottolineato come "una tv come la nostra abbia dei doveri, cerchiamo di eseguirli facendo delle scelte, sempre più impegno ad illuminare, spesso in via esclusiva, le questioni che hanno un forte impatto sulla vita degli italiani. Tra queste quella di andare a raccontare l'Esercito, in un paese che fortunatamente vive in pace da tempo. Siamo orgogliosi avere l'opportunità di raccontare un pezzo d'Italia così importante che rappresenta così bene i valori di uomini e donne italiani." Nel documentario si narra dunque un confine storicamente caldo, martoriato negli ultimi anni dalla violentissima guerra civile in Siria. Gli spari di guerra e le violenze non sono in primo piano ma se ne avverte costantemente la presenza; il racconto segue il ritmo del quotidiano, entra negli uffici della missione, entra nelle storie dei soldati, nei loro sentimenti, nelle loro passioni e paure. Un dietro le quinte con ritmi reali, un film sulla normalità di essere soldati in un luogo in cui non esiste nulla di normale. Vengono offerte informazioni e prospettive che inquadrano il contesto storico e geografico e l' importanza di una missione stretta tra la guerra civile in Siria e lo scontro Israelo-Palestinese in un periodo delicatissimo.

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