Gran pienone al Teatro Lirico di
Cagliari per "Lo Schiavo" di Antonio Carlos Gomes. Allestito per
la prima volta in Italia, l'opera ha aperto tra applausi a scena
aperta e ovazioni la stagione operistica.
Un'opera rarissima, concepita in Brasile negli ultimi anni
dello schiavismo, composta in Italia, dove il più noto operista
sudamericano aveva operato a lungo e era molto apprezzato. Un
dramma di gusto tardo ottocentesco ambientato nel Brasile del
1500 sottomesso ai Portoghesi che ha sorpreso e conquistato il
pubblico per la trama avvincente e le melodie accattivanti. La
foresta amazzonica con i suoi colori e la sua natura
incontaminata fa da cornice alla storia d' amore contrastata tra
una schiava e uno schiavista.
Un'opera di argomento attuale. Il tema dell'abolizione della
schiavitù, il trionfo della libertà e uguaglianza tra i popoli
fa da sfondo ideale al tormentato intreccio amoroso di gusto
smaccatamente tardo romantico. La storia giunge a un finale
agrodolce perché il prezzo da pagare per il trionfo dell'amore
tra Ilàra e Americo è la vita dello schiavo Iberè che si immola
e diventa traditore agli occhi del suo popolo e si toglie la
vita.
Una prova importante per un'opera complessa per John
Neschling al suo debutto sul podio cagliaritano. Di un colore
azzeccato le voci dei cantanti, su tutti il tenore Massimiliano
Pisapia (Americo) e Elisa Balbo, la Contessa di Boissy. Colorata
la scenografia con la foresta amazzonica stilizzata senza mai
cadere nel folklore. Il regista senza veli né ipocrisie ha
restituito la ferocia della violenza fisica e quella più
sottile dell'indottrinamento culturale, il voler piegare una
cultura autoctona con il pensiero dominante del conquistatore
invasore.
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