Glauco Mauri torna a Beckett e
affronta 'Finale di partita', che ha debuttato all'Eliseo con la
regia di Andrea Baracco (dove resta sino al 15 ottobre prima di
una tournee per l'Italia) e quel che colpisce innanzitutto è il
piglio, la vitalità espressiva di questo grande attore di 88
anni che, man mano che procede lo spettacolo, sembra riscaldarsi
e dare il meglio di sé ad altissimo livello. Nei panni di Hamm,
su una sedia a rotelle-trono, Mauri gioca con brevi pause e
modula toni e volume costruendo una sfumatura di espressioni
vocali e emotive che vanno dalla depressione all'euforia, dalla
desolazione alla rabbia, al divertimento, trasformando un
momento di cupezza in una risata che illumina il volto e gli
occhi e cattura il pubblico. La presenza e grandezza di Mauri
non deve però far dimenticare che tutto è possibile perché ha
accanto un altro ottimo attore, Roberto Sturno, lì per
''porgergli la battuta'' come dice, in realtà per condividerne
la sorte, marionetta nevrotica, una sorta di Buster Keaton.
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