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I carcerati di Volterra e Borges

I carcerati di Volterra e Borges

'Hybris', poetico spettacolo di Punzo e Compagnia della Fortezza

VOLTERRA (PI), 28 luglio 2017, 11:22

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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VOLTERRA (PI) - Se diamo a 'Hybris' non il suo significato di presunzione e insolenza, ma ne convertiamo il senso in quello di sfida coraggiosa, di fuga nel sogno liberatorio, ecco che parliamo della vita stessa della Compagnia della Fortezza e del suo animatore Armando Punzo che ha creato nell'arco di trent'anni, che si festeggeranno nel 2018, questa realtà di libertà e fantasia all'interno di un carcere come quello di Volterra. E 'Hybris' si intitola il nuovo progetto che si apre quest'anno con lo spettacolo 'Le parole lievi', il più leggero, in senso calviniano, quindi non di significati, il più sorridente, onirico e poetico di quelli recenti firmati da Punzo con la sua compagine di carcerati, non a caso legato alle parole e al mondo fantastico di Borges. 

Una costruzione che si presenta come un viaggio (e c'è un grigio signore con una valigia che fa avanti e indietro) per lasciarsi alle spalle quella "realtà che vorrebbe ancora abitarmi", spiega, per addentrarsi in una dimensione in cui non si è più sicuri di niente, ma da cui non si vorrebbe in alcun modo tornare indietro. E questo è detto da carcerati chiusi tra alte mura, che quasi accusano il pubblico di essere realtà, mentre loro sono senza più peso, liberi, come solo la parola, la letteratura, il teatro possono renderti se accetti la loro dimensione come tua verità, così da poter arrivare "più lontano dei rematori di Ulisse" in "un mondo di sogni impossibili", e chiedersi alla fine se "è reale quella finestra? Sono reali quelle punte di ferro? sono reali quelle mura che ci proteggono?". Concludendo, come declama Punzo stesso: "Solo questo attimo è reale, questo attimo che li condensa tutti e li nega, li sospende, questo attimo che non potrai mai trattenere e la cui forma svanirà per sempre per apparire in altre forme mutevoli", che pare una definizione del teatro e che coincide con l'idea di Aleph di Borges.

E' anche così che il carcere non corrisponde più solo al significato rassicurante che sta dietro la parola tradizionale, ma diviene luogo di possibilità altre, apre brecce verso una nuova dimensione prima impensabile, in cui si torna ad essere uomini liberi. E per far questo bisogna partire dalle parole, su cui gli spettacoli di Punzo hanno sempre insistito, e dai libri, che questa volta accolgono gli spettatori a mucchi, per terra e su tavoli, gestiti da un gruppo di bibliotecarie in camice nero, tra le quali si muove un uomo labirinto, avendolo tatuato su tutto il corpo, che sfida borgesianamente punti di riferimento sicuri e certezze esistenziali.
Allora le visioni sceniche sono di sogno, di realtà modificate, di tratti surreali e colorati, come quelli di un gruppo in tuniche rosse e gialle che imbraccia lunghe canne come antichi guerrieri giapponesi, come l'uomo lanterna coi suoi luminosi riflessi, quelli bendati di rosso o coi visi rossi, come uno sdentato e coi capelli lunghi che tra leggerezza e inquisizione racconta e interroga gli astanti senza mai alcuna certezza, ora sorridendo ora ghignando, ballando, quasi volando usando come ali pagine di libri. E tutti, a dimostrare come si siano liberati delle radici terrene, camminano nell'acqua (in grandi basse vasche costruite nel cortile dell'ora d'aria del carcere).

E di apparizione in apparizione, mentre l'ingenua semplicità di un bimbo gioca con una testa di Minotauro (sempre il labirinto e la sfida alle limitazioni della nostra conoscenza reale), sulle note di un tango avanza un tanghero vestito di nero che confessa di non aver mai smesso di nascere, con i suoi "timori e desideri che danno vita". E forse in questo libero pensiero triste che si balla con la sua frenesia vitale intrisa di tragedia è la vera, intima, atmosfera ultima di questo lavoro coinvolgente, emozionante, curatissimo, dai movimenti e dai testi ai raffinati costumi firmati da Emanuela Dall'Aglio, al gruppo di percussionisti che danno il ritmo dal vivo e a tutti qui tecnici e artisti che aiutano il materializzarsi dei sogni di Punzo e dei suoi ottimi, applauditissimi attori carcerati.
Per le necessarie procedure d'ingresso, tel. 3341052747.

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