Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Lulu di Berg, musicale e visiva con Kentridge

Lulu di Berg, musicale e visiva con Kentridge

fantasmagoriche scene multimediali e grandi interpreti

ROMA, 21 maggio 2017, 17:32

Paolo Petroni

ANSACheck

Lul di Berg all 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lul di Berg all 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lul di Berg all 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un allestimento impegnativo come quello ora proposto con coraggio dall'Opera di Roma (in cooproduzione col Metropolitan, l'English Opera e l'Opera di Amsterdam) di un'opera difficile e rara come la "Lulu" di Alban Berg ha diversi punti di forza e qualità che ne decretano il successo e i lunghi, calorosi applausi finali, ma in questo caso è la fantasmagoria delle scene e la regia di un artista come William Kentridge a attirare l'attenzione immediata. Anche se poi è la musica di Berg, di tale forza e particolare presenza, a riprendersi il suo spazio risolutivo, con Alejo Pérez sul podio dell'Orchestra dell'Opera e una straordinaria Agneta Eichenholz a dar voce alla protagonista.
    Kentridge realizza un palcoscenico delle meraviglie lavorando sui propri disegni, migliaia di disegni a inchiostro nero che, proiettati e messi in movimento quasi cinematografico, invadono e modificano lo spazio scenico quasi nudo, a parte alcune quinte e mobili, giocando sulle geometrie ma ancor più alludendo e svelando ossessioni e moti dell'animo dei protagonisti nei tre atti e nel succedersi di situazioni che nascono dall'originale teatrale del 1904 'Lulu - Il vaso di Pandora' di Wedekind, sintetizzato sin quasi a un certo schematismo dallo stesso Berg (prima di morire nel 1935). Ne risulta così una vicenda che oggi, con tanti delitti e situazioni, seduzioni erotiche e giochi in borsa, e l'entrata finale in scena di Jack lo Squartatore, potremmo dire quasi postmoderna e da fumetto, tanto che ha ispirato la Valentina di un disegnatore come Crepax (tra l'altro autore delle scene per Lulu al Massimo con regia di Martone nel 2001) grazie anche alla versione cinematografica che ne diede Georg Pabst nel 1929 con una protagonista che divenne un'icona, Louise Brooks. Il lavoro è all'origine una sorta di invettiva contro il perbenismo ipocrita della borghesia primo Novecento e la sua falsa morale sessuale, disvelata dalla violenta carica erotica e seduttiva della bella Lulu, come violenti sono gli uomini che lottano per il suo possesso, tutti destinati a tragica morte in un passaggio di testimone quali compagni-mariti della donna, forza della natura nel bene e nel male, anche lei, oltre che 'carnefice', prima e ultima vittima del suo essere e del mondo in cui vive. Poi diventa nel suo asciugarsi berghiano una sorta di parabola sulla vanità e nonsenso del mondo, con gli uomini come pupazzi (e spesso in testa la maschera creata da Kentridge) e lei che passa da un'esistenza ricca e lussuosa a Parigi a fare, persi i suoi denari in borsa (e il mondo finanziario è reso con una sola battuta: ''se non succhi tu il sangue mio, lo succhio io a te''), la prostituta a Londra dove il suo (e non solo di lei) destino troverà il drammatico epilogo quando gli si presenterà come cliente appunto Jack lo Squartatore. Una Lulu sempre discinta in scena e presentata, nel prologo, come un serpente. Se Kentridge aggiunge una valenza assolutamente spettacolare, magica, inquietante (con quei grandi nudi che sono il chiodo fisso dei vari personaggi maschili, ma anche dell'istinto di seduzione di Lulu) alle tre ore e tre atti del dramma, sono la partitura e il canto (nella versione col terzo atto realizzato su quanto lasciato da Berg dal musicologo Friedrich Cerha) a dare sostanza a tutto con una stilizzazione e uno straniamento delle maniere musicali, con echi di espressionismo e girotondo schnitzleriano, in un alternarsi di recitativo e cantando, di danza e spunti da cabaret, di dramma ironico e tragedia acuta (che può arrivare al confine dell'urlo). La voce, il canto in questo contesto sono strettamente legati alla musica e presentano una difficoltà estrema, così distaccati da ogni cantabilità melodica, per restare agganciato alle note e, assieme, chiedere l'invenzione di un'intonazione attoriale, ovvero, come riesce mirabilmente alla Eichenholz, una diversità di timbri, dal seducente al rabbioso, di gran fascino e potenza espressiva, nel variare delle note che arrivano ad acuti estremi.
    Da lodare quindi tutto il cast scelto con grande cura e guidato col giusto piglio e verità da Alejo Pèrez, con i cantanti che sarebbero tutti da citare, mentre ci limiteremo alla Contessa di Jennifer Larmore, lo Schigolch di Willard White, il Banchiere di Peter Savidge al Pittore di Grenden Gunnell e il Dottor Schon di Martin Gantner impegnati, gli ultimi tre, in più di un personaggio, quindi l'Alwa che, malato Thomas Piffka, è stato cantato da Charles Workmann in proscenio e interpretato in scena da Luc de Wit (coregista con Kentridge).
    Si replica sino a martedì 30 maggio.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza