"Ti prego di essere calmo e retto,
corretto e coerente.. non basta mai una sola prova per
affrontare un ragionamento". Scriveva come un buon padre di
famiglia, ma era uno dei capimafia che hanno segnato una lunga
stagione di sangue e complicità. Adesso, i pizzini di Bernardo
Provenzano arrivano sul palcoscenico. L'attore Vincenzo Pirrotta
ripercorre i 43 anni di latitanza del boss corleonese morto nei
mesi scorsi. Lo spettacolo che debutta oggi, 27/4,
all'Auditorium Parco della musica di Roma, è tratto dal libro
"Il Codice Provenzano", scritto dal giornalista di Repubblica
Salvo Palazzolo e dal magistrato che arresto' il boss dopo 43
anni di latitanza, Michele Pestipino, oggi procuratore aggiunto
a Roma. La nuova edizione del libro, edito da Laterza, si apre
con un saggio sulla trasformazione delle mafie in Italia scritto
dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, che con Michele
Pestipino e Marzia Sabella coordino' le indagini per arrivare
alla cattura del superlatitante avvenuta l'11/4 2006. L'attore
Vincenzo Pirrotta, accompagnato dalla chitarra di Charlie Di
Vita, ripercorre gli affari di Provenzano, gli ordini di morte,
la falsa religiosità, la trama dei rapporti con gli
insospettabili: nelle parole ritrovate dagli investigatori
guidati da Renato Cortese (attuale questore di Palermo), il
ritratto del padrino che custodiva i segreti della mafia
siciliana. In alcuni passaggi i pizzini diventano un canto
blues. "Da una parte - dice Pirrotta - ridicolizzo le parole di
un capomafia che non sa neanche parlare in italiano. Dall'altra,
esprimo tutta la rabbia per ciò che è accaduto nella nostra
terra per causa di quell'uomo e dei suoi complici. Proprio
attraverso le parole del blues, i neri d'America costretti nei
campi di cotone manifestavano la loro ribellione".
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