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Torna Se il tempo fosse un gambero

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Commedia Garinei-Trovajoli debutta con Pannofino e Bergamo

ROMA, 12 dicembre 2016, 15:19

Redazione ANSA

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Foto di scena us Musacchio e Ianniello - RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto di scena us Musacchio e Ianniello - RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di scena us Musacchio e Ianniello - RIPRODUZIONE RISERVATA

- "Se il tempo fosse un gambero, che a retromarcia va...". "I giorni e gli anni passano, che ce volete fa'...". Era il 23 dicembre del 1986 quando canticchiando quel motivetto Enrico Montesano, forse all'apice della sua bravura, e una debuttante Nancy Brilli (che a sorpresa ai provini aveva sbaragliato ogni concorrente) portarono per la prima volta in scena un nuovo gioiello della coppia Pietro Garinei-Armando Trovajoli: 'Se il tempo fosse un gambero', scritta a quattro mani da Jaia Fiastri e Bernardino Zapponi. A 30 anni esatti da quel debutto (e dopo una versione con Max Giusti e Roberta Lanfranchi), la favola d'amore della fioraia Adelina e del diavolo Max torna in palcoscenico, questa volta con Francesco Pannofino ed Emy Bergamo diretti da Saverio Marconi, in prima nazionale il 15 dicembre al Brancaccio di Roma dove rimarrà fino al 15 gennaio, per girare l'Italia il prossimo anno.
"Una versione un po' 'rispolverata', nel ritmo", così come nel titolo che guadagna un punto interrogativo (diventando 'E...
se il tempo fosse un gambero?'), "ma che mantiene intatta tutta l'anima e il divertimento originale", raccontano all'ANSA Pannofino e la Bergamo nel pieno dell'anteprima al Lyrick Theatre di Assisi. Questa volta Marconi, con la supervisione di Jaia Fiastri, ha scelto di avviare la storia ai nostri giorni, con tutta la tecnologia che viviamo. Così, quando l'ormai ottantenne Adelina si ritrova sola a spegnere le candeline e assicura che venderebbe l'anima pur di tornare a 20 anni e sposare quel principe Poniatowskij che aveva rifiutato, non ci si ritrova più nel 1926, come nell'originale, ma nella Roma del 1956, quella delle gonne a ruota, all'alba del boom economico.
Adelina è nuovamente la giovane fruttivendola di Campo de' Fiori, stretta dai debiti di famiglia. Ma ogni tentativo di approccio del principe si conclude ancora con uno schiaffo, per lo sconforto del diavolo Max che teme di perdere la propria missione. E finisce invece per innamorarsi.
"E' il segreto di questa storia - dice la Bergamo - Il trionfo dell'amore, che fa sognare, l'anima pulita di Adelina, che non si lascia corrompere, il sacrifico del diavolo: un bel messaggio ancora oggi. Per me poi - prosegue - è un sogno che si realizza, perché questa commedia è il motivo per cui ho scelto questo mestiere. A lungo pensavo a un futuro da poliziotta o investigatrice. Ho anche dato un esame in balistica. Ma mi era rimasto addosso quel senso di magia di quando a 9 anni vidi in tv proprio una ripresa di 'Se il tempo fosse un gambero'".
"Montesano era davvero in stato di grazia in quello spettacolo - aggiunge Pannofino - E ancora oggi la storia è puro divertimento, per noi e per il pubblico. Oltre ai brani meravigliosi del maestro Trovajoli, come Da cosa nasce cosa". E se per lui è un quasi debutto nella commedia musicale, la Bergamo ha "l'immensa fortuna" di essere stata anche l'ultima Rosetta di Rugantino diretta dal maestro prima che scomparisse.
"Era molto esigente. Ricordo le urla che sentivo prima di entrare a fare il provino - racconta - Quando poi mi scelse, invece, mi disse: 'si ricordi signorina, quando siamo lassù sul palco, canti guardandomi negli occhi. Saremo solo io e lei". Ma se davvero per una volta si potesse tornare indietro nel tempo, quale momento sceglierebbero Francesco Pannofino ed Emy Bergamo? "Io chiederei di rivivere quel decennio tra i 30 e i 40 anni, quando sei nel pieno della forza fisica, ma ha già una certa maturità", risponde lui. "Io, un po' alla Sliding Doors - conclude lei - tornerei a scoprire come sarebbe andata se invece quel distintivo l'avessi preso davvero". 

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