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Sei uomini danzano Carmen a Montepulciano

Sei uomini danzano Carmen a Montepulciano

Coreografia di Loredana Parrella musica dal vivo di Pino Basile

MONTEPULCIANO (Siena), 29 luglio 2015, 11:16

Redazione ANSA

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MONTEPULCIANO DANZA - RIPRODUZIONE RISERVATA

MONTEPULCIANO DANZA - RIPRODUZIONE RISERVATA
MONTEPULCIANO DANZA - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Sei ballerini maschi per raccontare la storia di Carmen attraverso uno sguardo maschile, tra vigore e ironia, tra sfida e femminilità, è lo spettacolo di danza ''Carmen, les hommes'', coregrafato da una donna, Loredana Parrella, con la drammaturgia di Roberta Nicolai e musiche originali, eseguite dal vivo, di Pino Basile per il Cie Twain phisycal dance thetare e che ha debuttato al Cantiere di Montepulciano, in piazza, sul sagrato del Duomo.
    Già in ''Romanza, trittico dell'intimità'' la Parrella aveva messo quest'anno, a Napoli, un uomo seduto di spalle a osservare una donna che gioca col suo fascino e con cui poi interagisce sino al doloroso finale. Questa volta la figura femminile l'ha sottratta del tutto e lascia quel che ne rimane nel sentire maschile, sei uomini vestiti con un paio di pantaloni e una maglietta, due dei quali, che spesso procedo a lato degli altri, possono rappresentare Escamillo e Don Josè, fino alla conclusione drammatica, di sangue, simboleggita da una pioggia di petali rossi. I danzatori sono Fernando Pasquini, Yoris Petrillo, Tomek Pomersbach, Giacomo Severini, Marco Bissoli e Pino Basile, applauditissimi alla fine. Prestanza e sensualità sono presenti sin dall'inizio in movimenti quasi ginnici e geometrici con intercalari sinuosi, poi cominciano una serie di attività e trasformazioni con quattro danzatori che, a rappresentare l'eterno femminino che è in ognuno, si infilano calze trasparenti da donna, con cui gli altri due si misurano, in una situazione ambigua, tra regressioni e scoppi di virilità, tra corpi che si denudano e si rivestono, in perenne equilibrio (si cammina anche lungo una linea bianca stesa a terra). Il tutto sostenuto da una musica elettronica molto ritmica che in alcuni momenti volge al tribale e in altri viene sovrapposta da arie della Carmen di Bizet.
    L'incontro tra gli uomini e la seducente sigaraia mostra due mondi inconciliabili e ''ogni tentativo di ridurre la forza selvaggia e nomade dentro le regole di una cultura dominante e stabile è destinato al peggiore dei fallimenti. E' destinato alla morte'', come annota la stessa Parrella. Il cantiere Internazionale d'arte di Montepulciano, alla sua 40esima edizione che si concluderà il primo agosto, propone domani al Teatro Poliziano la storia in musica dello schiavo fuggiasco Montejo, con ''El Cimarron'' di Hans Werner Henze che lo compose nel 1970, dopo un viaggio a Cuba.
   

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