Sono stari 26.900 gli spettatori
della quindicesima edizione del festival MiTo, che dall'8 al 26
settembre ha offerto 126 concerti fra Milano e Torino.
Un consistente aumento rispetto ai 18.450 dello scorso anno,
ma comunque ancora lontani dai numeri pre-covid a causa delle
limitazioni imposte dalla pandemia sulla capienza degli spazi.
"Se possibile quest'anno sono state ancora più stringenti per
pubblico e interpreti - ha spiegato la presidente Anna Gastel -
MITO SettembreMusica però non si è fermato e, pur nel dispiacere
di non poter soddisfare tutte le richieste per molti spettacoli
a posti contingentati e presto 'sold out', grande è stata la
gioia e la partecipazione nel riprendere a far musica dal vivo e
insieme". La sua speranza è che il prossimo anno ci possano
essere "in piena sicurezza", "platee interamente fruibili e
orchestre non più a organico ridotto".
Intanto chi non ha partecipato dal vivo, ha potuto assistere
grazie alla copertura della Rai, Media Partner del Festival, che
ha trasmesso e continuerà a trasmettere in differita su Radio3
16 concerti, e che proporrà su Rai5 i momenti più emozionanti
nel documentario intitolato "MiTo 2021: i Futuri della musica",
in programma il 6 ottobre alle 21.15 all'interno del ciclo "In
scena".
Successo per brani nuovi come l'orchestrazione dei numeri finali
del Requiem di Mozart commissionata da MITO a David Del Puerto,
che ha suscitato grande entusiasmo, l'applauditissimo ciclo di
Tonu Korvits su testi di Cesare Pavese, o la raccolta di Lieder
di Brad Mehldau cantati da Ian Bostridge, che hanno dovuto
concedere 4 bis.
"Ho percepito in sala da concerto un desiderio di ascoltare
musica particolarmente intenso - ha sottolineato il direttore
artistico Nicola Campogrande -. Una tensione positiva, bella;
quasi commovente" a testimoniare "quanto l'ascolto di un
concerto di musica classica sia una necessità, un bisogno,
un'esperienza della quale non ci vogliamo più privare".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA