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Vent'anni fa moriva Sinopoli, l'omaggio di Santa Cecilia

Musica

Vent'anni fa moriva Sinopoli, l'omaggio di Santa Cecilia

Biografia celebra il grande direttore, ricordo su social e Rai5

ROMA, 19 aprile 2021, 15:35

di Luciano Fioramonti

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Morire sul podio dirigendo un capolavoro del melodramma alla guida di un'orchestra prestigiosa. Il destino riservò questa uscita di scena a Giuseppe Sinopoli, il grande direttore italiano, stroncato a 55 anni da un infarto la sera del 20 aprile di venti anni fa alla Deutsche Oper di Berlino, durante l'esecuzione di Aida.
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che gli ha dedicato una delle sale dell'Auditorium Parco della Musica, gli rende omaggio con il libro di prossima uscita, 'Gli dèi sono lontani. Giuseppe Sinopoli: una biografia', versione italiana del volume della musicologa tedesca Ulrike Kienzle, docente dell'Università di Francoforte, edita da Königshausen&Neumann di Würzburg nel 2011.
"E' la prima biografia italiana dedicata al maestro veneziano scomparso il 20 aprile del 2001. Per l'Accademia questo è un progetto molto importante. Lo abbiamo fortemente voluto proprio per ricordare una figura così fondamentale, particolare e preziosa per la cultura italiana e non soltanto per la musica e per l'Accademia di Santa Cecilia", dice il presidente Michele dall'Ongaro. Il libro ripercorre la vita, la carriera musicale e la passione per l'archeologia di Sinopoli: dalla fanciullezza agli studi di medicina, agli studi musicali al Conservatorio di Venezia e poi con Maderna e Donatoni, la sua attività di compositore, la carriera di direttore d'orchestra, la carica di direttore principale dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia (1983-1987) e della Philharmonic Orchestra di Londra, il Festival di Bayreuth, la direzione artistica e musicale al Teatro dell'Opera sul finire degli anni Novanta e gli anni trascorsi sul podio della Staatskapelle di Dresda.
Il capitolo dedicato alla passione per l'archeologia ricorda che dagli anni Ottanta Sinopoli aveva alimentato cominciato a collezionare una preziosa raccolta di reperti, conservata oggi nel museo Aristaios, attiguo alla sala a lui intitolata nell'Auditorium Parco della Musica di Roma. Il 23 aprile del 2001, il giorno del suo funerale, avrebbe dovuto discutere la tesi in Archeologia all'università degli Studi "La Sapienza" di Roma, che alcuni anni dopo gli conferì la laurea in memoriam.
Nell'ambito delle celebrazioni, l'Accademia pubblicherà domani, 20 aprile, sui suoi canali social un estratto dalla Sinfonia n. 5 di Čajkovskij che Sinopoli ha diretto il 25 febbraio 1996 all'Auditorio Pio di Roma, mentre su Rai5, Rai Cultura presenta dalle 17.15 due puntate del programma "Prima della Prima", entrambe con Sinopoli protagonista. Nella prima, il musicista è impegnato nelle prove del Concerto per violino e orchestra di Beethoven, con Uto Ughi e l'Orchestra di Santa Cecilia, registrate nel gennaio 1997. Nella seconda, alle 17.45, ancora con l'Orchestra di Santa Cecilia - di cui Sinopoli fu direttore musicale dal 1983 al 1987 - sono proposte le prove di pagine di Wagner, Beethoven, Strauss, Haydn e Čajkovskij.
Sinopoli debuttò sul podio dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia il 17 dicembre 1978, all'Auditorio Pio, in un programma con musiche di Manzoni, Berg, Bussotti e Skrjabin che già indica chiaramente il suo percorso di interprete. Il secondo appuntamento risale al 6 febbraio 1983, quando dirige la Sinfonia n. 9 di Mahler. Si tratta della prima esecuzione dell'ultima sinfonia di Mahler nelle stagioni dell'Accademia di Santa Cecilia (una precedente era stata a cura della Filarmonica di Mosca diretta da Kirill Kondrashin). "Abbiamo fatto un'esecuzione che non dimenticherò mai, paragonabile solo ad un'altra che ho realizzato con la Israel Philharmonic Orchestra", disse il maestro che, riferendosi appunto al suo debutto a Tel Aviv nel 1982, aveva più volte affermato che l'esperienza mahleriana vissuta in Israele era stato il momento più toccante della sua carriera fino ad allora. Sinopoli salì 174 volte sul podio dell'Accademia sviluppando un repertorio che impresse una svolta sostanziale alla programmazione ceciliana e che si concentrava sulla produzione tardo romantica austro-tedesca, in particolare con l'esplorazione del sinfonismo di Mahler e Bruckner che l'Orchestra aveva affrontato poche volte nella sua storia. Per la musica contemporanea il maestro propose esecuzioni di Manzoni, Bussotti, Vlad, Giuranna, Petrassi, D'Amico, Arcà, Nono, Sciarrino. Con l'Orchestra e il Coro di Santa Cecilia ha realizzato una registrazione discografica del Rigoletto di Giuseppe Verdi per la Philips recentemente ripubblicata dalla Decca.

   

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