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Malika Ayane, il mio Malifesto per raccontare emozioni

Musica

Malika Ayane, il mio Malifesto per raccontare emozioni

Esce nuovo album, "il mio terzo disco sul presente"

ROMA, 25 marzo 2021, 13:38

di Claudia Fascia

ANSACheck

Malika Ayane, il mio Malifesto per raccontare emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Malika Ayane, il mio Malifesto per raccontare emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Malika Ayane, il mio Malifesto per raccontare emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo la partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo con il brano Ti piaci così, Malika Ayane è pronta a pubblicare il suo nuovo album, il sesto, dal titolo Malifesto, in uscita domani per Sugar. "E' il mio terzo disco sul presente, dopo Naif (2015) e Domino (2018). Con la differenza che questo presente è molto diverso dagli altri - racconta l'artista -. Ma non volevo trattare questo momento come qualcosa da subire, piuttosto come una condizione temporale inevitabile. E inevitabilmente ci troviamo ad osservare il mondo in modo diverso. Ecco, Malifesto mette insieme il bisogno di raccontare la vita che era di Naif e il bisogno di osservare di Domino. Senza giudicare troppo".

Malifesto ("un gioco di parole con il mio nome, che mi diverte sempre molto, con il quale volevamo esprimere la necessità di riscoprire le emozioni e l'importanza di manifestarle") contiene 10 brani scritti con Pacifico, Colapesce, Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino. "La pluralità di scrittura - spiega Malika, che dopo esperienze all'estero, Berlino in particolare, per la prima volta ha realizzato tutto il disco in Italia, producendolo con Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo - era importante per avere più punti di vista sui vari attimi raccontati, sulle varie emozioni vissute". La scelta produttiva, racconta ancora la cantautrice - prende il via anche dalle suggestioni della musica contemporanea francese, "per prendere ispirazione, senza perdere le proprie radici".

Per restituire queste atmosfere, e l'eleganza sempre raffinata tipica di Malika, il suono di Malifesto è realizzato principalmente con batterie strette registrate con pochissimi microfoni, pochissime chitarre elettriche e più spazio a strumenti acustici a corda come la chitarra classica, l'ukulele, la chitarra acustica. E la voce, unica e riconoscibile di Malika, diventa a sua volta strumento. "Nascere con un timbro particolare è una fortuna - dice -, bisogna imparare ad utilizzarla da un punto di vista tecnico, ma anche a trasformare in suono la propria emotività". Sull'eleganza raffinata che da sempre la contraddistingue tiene a mettere un punto: "Non ho timore che questo sia considerato un album troppo sofisticato: la lezione più bella che ho imparato in questi anni è che non c'è una regola precisa perché un disco abbia successo, se non quella di fare ciò che si sente di fare. Se Malifesto suonerà troppo sofisticato, pazienza. L'importante è essere onesti con se stessi e con gli altri. Certo che se dobbiamo considerare sofisticata la Ayane, siamo messi male...", scherza la cantante che rivendica di essere cresciuta nel tempo, "di aver guadagnato consapevolezza anche a livello musicale, riscoprendo l'essenzialità, ma di essere diversamente sempre la stessa. La Malika di ieri è fondamentale per la Malika di oggi. Le caratteristiche rimangono immutate, ma i contesti ci permettono di svilupparle in un modo o nell'altro. Qui dentro ci sono un sacco di Malike".

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