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Don Giovanni allo Sferisterio al tempo del Covid

Don Giovanni allo Sferisterio al tempo del Covid

Lanzillotta, orchestra ridotta e distanziata, conta ripartire

MACERATA, 17 luglio 2020, 20:14

Redazione ANSA

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Il maestro Francesco Lanzillotta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il maestro Francesco Lanzillotta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il maestro Francesco Lanzillotta - RIPRODUZIONE RISERVATA

MACERATA - Orchestra ridotta e distanziata con dieci violini rispetto ai 14 previsti, i tromboni che suonano fuori dalla buca e non pochi problemi per far arrivare la musica agli spettatori. Sarà così, nel racconto del direttore d'orchestra Francesco Lanzillotta intervistato dall'ANSA, il debutto del Don Giovanni di Mozart al tempo del Covid, in programma all'Arena Sferisterio di Macerata il 18 luglio in una nuova produzione realizzata il collaborazione col festival francese delle Chorégies d'Orange per la regia di Davide Livermore.

"Lo Sferisterio - dice Lanzillotta - è infatti acusticamente generoso per i cantanti, ma avido per l'orchestra, il cui suono se non modulato attentamente non raggiunge nemmeno la quinta fila". "Per non correre il rischio di eseguire un'opera solo per noi stessi - osserva - dobbiamo perciò forzare determinati scambi dell'orchestra, così frequenti nel capolavoro mozartiano pluristilistico per eccellenza che fonde il linguaggio del teatro buffo con quello serio, accentuando la forbice delle dinamiche orchestrali senza temere i suoni ruvidi e aggressivi. Un intervento che ha richiesto non pochi accomodamenti - aggiunge il maestro - perché normalmente i singoli esecutori sono abituati a calibrare il proprio suono con quello del vicino. La stessa cosa vale per i cantanti, che osservano il distanziamento previsto, tranne che nelle scene d'insieme dal sapore orgiastico dove i figuranti ed in particolare le donne, vestite solo di una calzamaglia color carne e di un velo nero, indossano la mascherina. Ma in questo momento - sottolinea Lanzillotta - l'importante è andare in scena e dimostrare che non ci arrendiamo e che ce l'abbiamo messa tutta".

Per il resto l'opera sarà eseguita nella sua integralità con i brani della ripresa viennese del 1788, sette mesi dopo la prima praghese, con l'aria di Don Ottavio: 'Dalla sua pace' e quella di Donna Elvira 'Mi tradì quell'alma ingrata'. Cassato invece come da tradizione il duetto Zerlina-Leporello 'Per queste tue manine'. Talento eclettico che spazia dal blues al pop alla musica da film, Lanzillotta, che è anche direttore musicale dello Sferisterio confermato fino al 2021, continua a coltivare insieme i diversi generi. "La musica leggera - dice - mi ha aiutato ad eliminare molte sovrastrutture e quella classica mi ha dato il rigore, due cose che si completano e a cui non potrei rinunciare". Gli interpreti sono Mattia Olivieri (Don Giovanni), Karen Gardeazabal (Donna Anna), Giovanni Sala (Don Ottavio), Antonio Di Matteo (Commendatore), Valentina Mastrangelo (Donna Elvira), Tommaso Barea (Leporello), Davide Giangregorio (Masetto), Lavinia Bini (Zerlina). Orchestra Filarmonica Marchigiana, Coro Lirico 'Vincenzo Bellini' diretto da Martino Faggiani.

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