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Concertone, emozioni anche senza piazza

Concertone, emozioni anche senza piazza

Versione inedita tv, emoziona Nannini. Sting omaggia lavoratori

03 maggio 2020, 22:00

di Claudia Fascia

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Emozionante, struggente, nostalgico.
Il Concertone del Primo Maggio, in un'inedita versione solo televisiva, ha rimandato una fotografia malinconica, ma quanto mai forte, dell'Italia in tempo di pandemia.
Gianna Nannini sui tetti di Milano che si stringe in un abbraccio solitario al tramonto, Lo Stato Sociale in una piazza Maggiore desolata, Irene Grandi nel cuore di una Firenze irriconoscibile nel silenzio irreale delle sue strade abbandonate dai turisti. Sono le immagini che hanno colpito dritte al cuore. E su tutte il saluto di Ambra, commossa e con il groppo in gola, da piazza San Giovanni a Roma senza palco e senza pubblico, perché il filo si è indebolito ma non si è strappato "e tutti abbiamo voglia di ripartire".
Sembra appartenere a un'altra epoca il ricordo del bagno di folla, dei cori sotto il palco, degli abbracci stretti durante la canzone del cuore: eppure il Concertone, promosso come sempre dai sindacati (che quest'anno hanno scelto per la giornata il titolo "Il lavoro in Sicurezza: per Costruire il Futuro") non ha voluto cedere. Si è trasformato, ha cambiato pelle ed è diventato un vero e proprio programma tv, trasmesso in prima serata su Rai3, e in contemporanea su Radio2 e su RaiPlay con la traduzione simultanea in LIS. Una scommessa vinta, come testimoniano gli ascolti: 2 milioni 264mila spettatori con l'8.69% di share. Quasi il doppio rispetto a un anno fa, quando l'evento fu seguito da 1 milione 210mila spettatori con il 5.7%.
Quattro ore di musica e parole, con Ambra ottima padrona di casa per il terzo anno consecutivo in un piccolo studio del Teatro delle Vittorie, che ha riso, ha ballato, si è emozionata, e ha promesso infine che l'anno prossimo canterà sul palco T'appartengo con il suo fidato compagno di ventura Lodo insieme a Lo Stato Sociale (che durante la loro esibizione hanno reso omaggio a Zagor, Mirko Bertuccioli, fondatore dei Camillas, scomparso da poco). E le piazze, uniche spettatrici dolenti, moltiplicate a dismisura. Molti degli artisti si sono esibiti dalla Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica, altri da luoghi simbolici delle loro città o dai loro studi. Perché l'obiettivo era restituire dignità alla musica dal vivo, anche in termini di qualità del suono e dell'immagine, messa a dura prova in queste settimane da concerti streaming poco adatti alla tecnologia attuale.
Un Concertone tv, che ha trovato comunque il modo di festeggiare i 30 anni della sua storia senza perdere la sua identità sociale e politica. Perché si è parlato comunque di lavoro, di sicurezza, di tutele, di ambiente, di scuola. Con domande che attendono risposte con maggiore necessità di prima.
E' stata data voce ai lavoratori dello spettacolo, i primi a essere stati colpiti dall'emergenza coronavirus con lo stop a tutti gli eventi, ai ragazzi alle prese con la didattica a distanza, alle donne - con la scrittrice Michela Marzano e l'attrice Carla Signoris - "dimenticate" nelle loro competenze in queste settimane.
Una Woodstock malinconica ma non triste, che ha tirato fuori tutte le sue carte migliori, con un cast come non si vedeva da tempo. Tanti gli artisti che hanno voluto dare il loro contributo. I più attesi erano Vasco Rossi, che ha aperto la minifestazione con un videomessaggio, Gianna Nannini, Zucchero e le star internazionali Patti Smith e Sting, che non hanno fatto mancare il loro sostegno all'Italia che tanto amano ("voglio celebrare i lavoratori italiani, siete bravissimi", ha detto il cantautore britannico). Ma c'erano anche Francesco Gabbani, Le Vibrazioni, Paola Turci, Niccolò Fabi, Noemi, Luca Barbarossa, Cristiano Godano, Bugo che si è preso la rivincita e ha sostituito Morgan con Nicola Savino. Ermal Meta che ha regalato la nuova Finirà Bene, incredibile inno di speranza, Fabrizio Moro con la sua grinta incrollabile anche davanti alla sala vuota, Francesca Michielin al piano nella sua Bassano del Grappa e Dardust in una struggente esecuzione dal Museo del '900 a Milano. Edoardo ed Eugenio Bennato insieme da Napoli e i giovani Aiello, Fasma, Margherita Vicario e Leo Gassmann. E poi Tosca, alla quale è stata affidata l'immancabile Bella Ciao, in un'interpretazione difficile da dimenticare. Così come non si potrà dimenticare il finale da brividi affidato ad Alex Britti, ancora in piazza San Giovanni. Amplificatori, chitarra elettrica e un omaggio a Jimi Hendrix con Hey Joe che avrebbe scatenato le decine di migliaia di ragazzi presenti. E che invece ha attraversato l'aria fresca di una sera di primavera in quarantena.
"Siamo riusciti a dimostrare che è potenzialmente possibile fare musica live, garantendo la sicurezza sul lavoro di tutti", ha dichiarato soddisfatto Massimo Bonelli, direttore artistico del Concertone. "Non è stato facile convincere i nostri partner che si trattasse di un 'progetto realmente sostenibile' - spiega -. Per la prima volta dall'inizio della pandemia la musica è uscita dai salotti di casa ed ha dato vita a un Evento/Concerto che è riuscito a creare un po' di lavoro 'reale' nel settore dello spettacolo".
   

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