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Bollani, Jesus Christ Superstar a modo mio

Dal 3/4 la rivisitazione dell'album culto a 50 anni dall'uscita

"Prendo la musica che mi piace, la smonto e la rimonto, non necessariamente nello stesso ordine. Mi soffermo su un dettaglio o su un altro nella massima libertà, ma mai come stavolta ho voluto fortemente mantenere la struttura emotiva originale". Stefano Bollani racconta così il suo nuovo lavoro, Piano Variations on Jesus Christ Superstar, rivisitazione a modo suo, in versione inedita e strumentale per pianoforte solo, della iconica colonna sonora che quest'anno festeggia i 50 anni dalla pubblicazione. Non una fedele trascrizione, ma una libera reinterpretazione, rispettosa dell'opera originale, nella quale comunque viene dato libero sfogo all'improvvisazione sui motivi originali (rigorosamente mantenuti nell'ordine originale), nella cifra stilistica che caratterizza Bollani (e forgiata dai tanti generi e dalle tante tradizioni musicali che lo hanno formato e influenzato nel tempo). "Per la prima volta sono entrato in studio sapendo esattamente quale sarebbe stata la scaletta".

Il disco (prodotto da Alobar 1007, l'etichetta indipendente dello stesso pianista) esce il 3 aprile, con tanto di bollino di approvazione di di Andrew Lloyd Webber, che insieme a Tim Rice diede vita al capolavoro senza età. "Abbiamo chiesto l'autorizzazione e ci è stata concessa, nonostante Lloyd Webber non ami che le sue musiche vengano eseguite diversamente da come lui le ha pensate. Un'esigenza che, ad esempio, sentivano anche Puccini e Verdi. Non ci siamo incontrati e ci siamo parlati solo per canali ufficiali, ma gli ho mandato il disco, ora sono in attesa di un suo parere", racconta Bollani, al telefono dalla sua casa romana. La scelta di dedicarsi a Jesus Christ Superstar parte da molto lontano. "Da quando avevo 13 o 14 anni e ho visto per la prima volta il film, innamorandomene - rivela il musicista -. Conosco a memoria ogni passaggio, ma solo l'anno scorso ho deciso di mettermi al piano per far rivivere quelle musiche che ho tanto amato. Ho scelto la forma del pianoforte solo perché la storia d'amore è tra l'opera rock e me. E una storia d'amore cresce in bellezza se resta intima".

Anche per questo motivo ha scelto di avere il pianoforte intonato a 432 Hz. "La norma già dal XIX secolo è a 440. Furono i tedeschi a spingere in questa direzione perché avevano opere pieni di fiati - precisa Bollani -. Verdi, invece, preferiva 432, e anche io. In questo modo riesco ad ottenere un suono più caldo, più profondo e intimo che meglio restituisce il calore e la profondità dei personaggi. Anche per gli sciamani e per chi pratica la new age è una frequenza magica". La stessa "intimità" che ha voluto dare al brano Superstar, l'unico sul quale canta, accompagnato dal coro delle sue donne ("mia moglie, mia figlia, mia sorella. Mia mamma no, perché è davvero stonata"). "Normalmente viene eseguito con tonalità acute e soul, per me è il sussurro di Giuda all'orecchio di Gesù". L'album avrebbe dovuto essere portato anche in tour. "Ma in questo momento di emergenza da coronavirus è tutto bloccato ovviamente. Anche la tv era rimandata all'anno prossimo, ora forse anche più in là. Sono convinto che appena usciremo da questa situazione ci sarà una fioritura, una voglia di stare insieme, voglia di musica. C'è chi dice il contrario, è vero, ma la cosa bella è che tutto può essere, perché non sapendo chi avrà ragione, non ce l'ha nessuno". Bollani, recluso a casa come tutti, non patisce particolarmente la quarentena. "Sono fortunato perché sono con la donna che amo, con il cagnolino che ci consente di uscire di casa. E poi stiamo vivendo un bel momento creativo: io con la musica, lei con la pittura. Certo, Roma, dove vivo, fa uno strano effetto così vuota: sembra di vivere in un film di fantascienza degli anni '50. Ma non sarà per sempre".

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