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Apre con Tosca, tema è attuale ma non è cronaca

Ultima prima di Pereira. Chailly, il ciclo Puccini continuerà

 In tempo di #metoo pare a dir poco attuale la storia di Tosca, l'opera che il prossimo 7 dicembre aprirà la stagione lirica della Scala sotto la direzione di Riccardo Chailly e con un cast guidato dalla star Anna Netrebko (che come ogni star che si rispetti oggi, dopo la prova generale di ieri, non si è presentata in conferenza stampa). Ma ad essere attuale - oltre alla storia della cantante molestata dal perfido Scarpia che le promette, mentendo, di salvar la vita al suo amato se cederà -, secondo il maestro e il regista Davide Livermore, è soprattutto la musica di Puccini.
"E' scritta nel 1900 ma è uno squarcio sul futuro di tutto quello che viene più di un secolo dopo - ha sottolineato Chailly -. La modernità del soggetto, la grandezza della musica di Puccini rende Tosca attualissima, credibilissima e affiancabile a realtà ahimè molto crude e dure della nostra società".
"E' evidente che si tratta di una storia senza tempo. Spero che non valga per il futuro ma per la contemporaneità sì. Noi però - ha aggiunto il regista - non facciamo cronaca ma arte".
E questa Tosca - che come ormai tradizione sarà in diretta su Rai1, a cura di Rai Cultura, con la conduzione di Milly Carlucci e Antonio Di Bella e poi disponibile per 14 giorni anche su RaiPlay - è in qualche modo una prima assoluta. Continuando un lavoro di riscoperta, Chailly ha infatti deciso di eseguire la prima versione dell'opera, andata in scena il 14 gennaio 1900 al teatro Costanzi di Roma. Una versione mai più sentita da allora che prevede otto elementi musicali in più incluso "il finale che allarga il tempo teatrale del doppio rispetto a quello che siamo abituati ad ascoltare" al suicidio di Tosca. Un finale che "chiede un'idea registica nuova" ha assicurato Chailly.
L'impegno - anche scenografico - è stato imponente, una macchina scenica che nel primo atto permette di vedere la chiesa di Sant'Andrea della Valle in cui è ambientata l'azione da diverse prospettive, quasi 'zoomando' su quanto accade. Ma invece di spostare le telecamere come succede nel cinema, a spostarsi e ruotare è la scena, come ruota Castel Sant'Angelo, come quadri prendono vita. Tutto per accompagnare la partitura.
"E' una Wunderkammer delle sensazioni di una donna" ha sottolineato Cristiana Picco, membro di Giò Forma che ha curato la scenografia. E nella camera delle meraviglie rientra anche il finale 'a sorpresa' con tanto di Tosca (grazie a una controfigura) che, racconta chi l'ha vista, pare sospesa nel vuoto. "E' una sintesi fra la tradizione e il futuro dello spettacolo" ha spiegato Alexander Pereira, che ha fatto i complimenti a tutto il cast, oltre a Netrebko anche Francesco Meli (Cavaradossi) e Luca Salsi (Scarpia).
La sua ultima prima come sovrintendente è forse la più attesa. I biglietti sono andati a ruba nonostante i tremila euro di prezzo. E in sala hanno confermato la presenza fra gli altri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la vicepresidente della Consulta Marta Cartabia, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora e il viceministro dell'Economia Antonio Misiani. Oltre ovviamente al futuro sovrintendente Dominique Meyer. Anche con il cambio di direzione del teatro, Chailly assicura che il progetto dell'esecuzione integrale delle opere di Puccini proseguirà. (ANSA).

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