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Luka Sulic, io Spiderman del violoncello per Vivaldi

A Trieste prima mondiale, "una sfida, come quelle con i 2Cellos"

Metti la magia e il sogno de Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, il talento e il virtuosismo (e un pizzico di coraggio) di un violoncellista d'eccezione come Luka Sulic, accompagnato dall'Orchestra, la bellezza e la suggestione di un teatro come il Verdi di Trieste avvolto nella penombra, un pubblico variegato arrivato anche da Stati Uniti e Giappone che ha atteso in religioso silenzio la fine del concerto per sfogarsi in una lunga ovazione. Metti una sera a Trieste, una di quelle da grandi occasioni, con la prima mondiale dell'opera di Vivaldi, trascritta per la prima volta per violoncello solista e orchestra d'archi.
   Un progetto lungo, meticoloso, ambizioso, al quale Luka Sulic ha lavorato per due anni (e che ora finirà anche in un disco). "Mi piacciono le sfide, anche quando torno alle mie origini, quelle della musica classica", ha raccontato il musicista, dopo aver scaricato la tensione di due ore di musica quasi tutta mandata a memoria. Sulic è divenuto famoso con i 2Cellos, il travolgente duo fondato nel 2011 con l'amico e collega Stjepan Hauser, che ha rivoluzionato la scena strumentale grazie al mix tra classica e rock. Un progetto che nessuno prima di lui aveva tentato.
"Tecnicamente è stata una sfida ambiziosa, perché non è stato semplice adattare la parte del violino, che è uno strumento più raccolto con una corda più alta, al violoncello - racconta Sulic -. Muoversi lungo tutto lo strumento è stato come essere un po' Spiderman", scherza il 32enne sloveno che non per caso ha scelto Vivaldi: l'amore per il compositore italiano nasce in lui fin da ragazzo, da quando poco più che bambino cominciava a studiare all'Accademia Musicale di Zagabria. "Lo trovo perfetto per far innamorare della musica classica anche chi non la conosce. E' intenso, coinvolgente, a suo modo è rock".
   Nonostante l'approccio classico, Sulic ha portato anche ne Le Quattro Stagioni la stessa coinvolgente passione che mette nei 2Cellos, rompendo in qualche modo la liturgia di un concerto classico. Anche le suggestive luci sul palco, semplici ma d'impatto che sembravano richiamare La Notte Stellata di Van Gogh, hanno portato una ventata di freschezza. "Io non appartengo al mondo della classica, era inevitabile che portassi con me qualcosa del mio mondo", spiega aggiungendo che questo progetto solista è solo una pausa dai 2Cellos. "Tra poco riprenderemo a lavorare. I 2Cellos sono la base di tutto, senza non avrei potuto fare tutto questo. Il duo è come un camion stabile, i progetti solisti delle macchine sportive con le quali ci divertiamo un po'". Non nega che ci siano differenze tra le due esperienze: "Più fisica quella con i 2Cellos, più mentale quella di ieri".
Nella seconda parte del concerto Sulic, sloveno di Maribor, 32 anni ad agosto, ha suonato anche Invierno Porteño di Astor Piazzolla, che ha visto al suo fianco la sorella Eva, giovane violinista che lo ha accompgnato anche in Passacaglia per violino e violoncello di Johan Halvorsen, il Concerto in do maggiore di Franz Joseph Haydn, Czardas di Vittorio Monti.
Infine un omaggio all'Italia con il Nessun Dorma di Vittorio Puccini. E per finire il lungo applauso del pubblico.

   

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