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Il sound di Baghdad che piace in Israele

Il sound di Baghdad che piace in Israele

Dudu Tassa riporta in voga il 'Makam' degli anni '30/'40

TEL AVIV, 23 febbraio 2019, 20:42

Aldo Baquis

ANSACheck

Il cantante Dudu Tassa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cantante Dudu Tassa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cantante Dudu Tassa - RIPRODUZIONE RISERVATA

TEL AVIV, 23 FEB - La musica araba che era in gran voga negli anni Trenta e Quaranta tra Basra e Baghdad torna alla ribalta con un Cd appena uscito in un moderno studio musicale di Tel Aviv. Si chiama 'al Hajar' e parla di una partenza, di una emigrazione, di uno stato melanconico di abbandono. La firma e' di due celebri compositori ebrei di musica irachena, i fratelli Daud e Salah al-Kuwaiti, morti in Israele oltre 30 anni fa con addosso la nostalgia delle notti di Baghdad. Il commosso recupero della loro vena artistica - ancora oggi ritenuta insuperata nel suo genere - e' del nipote di Daud: il musicista israeliano Dudu Tassa, che ha un passato di jazz, rock e 'fusion'. Nel 2017 ha eseguito in arabo le canzoni dei 'Fratelli al-Kuwaiti' negli Stati Uniti, aprendo un tour dei Radiohead. "Siamo stati accolti benissimo" ha raccontato Tassa in un'intervista rilasciata all'ANSA nel suo studio di Tel Aviv. All'inizio del secolo scorso i fratelli Daud e Salah erano i re della vita notturna nella capitale irachena. Si esibivano in locali in voga, avevano una stazione radio, erano seguiti dalla casa reale e da artisti di spicco del mondo arabo. Salah aveva infatti elaborato uno stile particolare di composizione del 'Makam', una scala musicale araba. La loro carriera subì però un contraccolpo con la nascita di Israele (1948). Nel 1950, in seguito al diffondersi di sentimenti anti-ebraici, i due furono costretti a troncare le attività e ad emigrare dall'Iraq. In Israele trovarono pero' una società proiettata verso una cultura occidentale, che non apprezzava il loro bagaglio musicale. I due celebri musicisti furono ridotti ad esibirsi in un modesto locale in un rione proletario di Tel Aviv, il Caffè Noah, e nelle feste familiari. Anni fa Dudu Tassa ha deciso di tornare ad ascoltare le loro canzoni e di proporre nuovi arrangiamenti secondo un gusto più moderno. "Non ho mai incontrato mio nonno - racconta con commozione - ma in quel modo mi sono sentito molto vicino a lui". Anche sua madre ha inciso una canzone nel primo dei tre Cd di 'Dudu Tassa con i Kuwaiti'. E con loro assoluta sorpresa l'Israele che negli anni Cinquanta aveva sbarrato le porte oggi e' più pronto ad apprezzare la loro arte. Anche il mondo esterno e' cambiato. Con YouTube e Facebook le canzoni del "nipote di Daud" si stanno affermando in Iraq, Egitto e Giordania. "Riceviamo - dice Tassa - messaggi di apprezzamento, ci invitano ad esibirci da loro". Per il momento 'Tassa e i Kuwaiti' si sono esibiti di fronte a pubblici arabi a Gerusalemme, Giaffa e in Turchia. "Magari in futuro potrebbero aprirsi i confini. Non c'e' migliore strumento della musica per la comprensione fra i popoli".
   

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