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Festival Verdi, per Macbeth applausi e fischi

Entusiasmano i cantanti, contestata regia. Il 29 tocca a Wilson

La diciottesima edizione del festival Verdi di Parma è iniziata con sette minuti di applausi calorosi al cast di Macbeth e qualche buu alla regia di Daniele Abbado. Un avvio positivo soprattutto per il coro e per i protagonisti: Anna Pirozzi (Lady Machbeth) e due beniamini del pubblico di casa Michele Pertusi (Banco) e in particolare Luca Salsi (Macbeth). Così i due baritoni parmigiani hanno sfatato l'espressione nemo propheta in patria. Per Salsi si tratta dell'inizio di un vero tour de force, visto che oltre a Macbeth in questi giorni è impegnato nell'Ernani alla Scala (debutto il 29 settembre), due parti a dir poco impegnative.

La regia di Abbado, poi, ha realizzato al teatro Regio l'atmosfera magica dell'opera che Verdi ha ripreso da Shakespeare (qui nella prima versione del 1847), creando la nebbia con 'muri' di acqua nebulizzata che bagnano i cantanti. Questo o forse la scelta di una scenografia nuda, basata sui colori hanno lasciato parte del pubblico perplesso, anche se gli spettatori dei festival sono solitamente più tolleranti alle regie rispetto a quelli delle normali stagioni teatrali. Negli ultimi anni poi il Verdi (che vende una consistente parte dei biglietti all'estero) ha offerto spettacoli alternativi al secentesco teatro Farnese: dalla Giovanna d'Arco multimediale firmata da Peter Greenaway allo Stiffelio con il pubblico in piedi di Graham Vick.

Questa volta il lavoro 'sperimentale' è affidato a Bob Wilson che ha messo in scena un Trouvère (la versione in francese del Trovatore) kabuki, come il teatro giapponese, in cui il ballabile è 'danzato' da pugili dai guantoni rossi. Un allestimento che comunque ha riscosso applausi alla prova generale, anche se il tenore Giuseppe Gipali ha avuto un abbassamento di voce e pur stando in scena non ha cantato, sostituito (a lato palco) da Bum Joo Lee. Attila e Un giorno di regno chiudono il cartellone, mentre sono già stati annunciati i titoli del prossimo anno: I due foscari, Aida, Nabucco e Luisa Miller. Questo sarà il titolo 'sperimentale', anche se a differenza di ora non andrà in scena al Farnese. La convenzione triennale con la Soprintendenza non è stata rinnovata e quindi il prossimo anno andrà in scena in "uno spazio - assicurano dal teatro - monumentale" diverso.

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