Un disco di transito dalla strada
alla maturità passando per la giungla: così Tedua, al secolo
Mario Molinari, ha descritto il suo nuovo disco, Mowgli.
L'album - già disponibile in streaming e in vendita in
formato fisico dal 7/3 - vede il rapper genovese di nuovo al
fianco di Chris Nolan, che produce le 14 tracce (16 in edizione
deluxe) tra influssi di trap francese ('Dune') e anni '80
('Acqua'), tessiture sintetiche ('Sangue misto') e chitarre
('Vertigini'). Su questi beat dalle tinte scure Tedua dispiega
il suo flow retorico, anticonvenzionale nel ritmo, spesso simile
a flussi di coscienza: "La mia musica nasce per stupire, non per
essere capita - dice - Non per questo i pezzi sono slegati tra
loro: c'è un filo che li unisce, e sono io che riporto la
realtà, è uno storytelling di storie vissute in prima o in
seconda persona".
Tra richiami più o meno espliciti a Kipling si inserisce
l'archetipo hip-hop del riscatto: "Ma per me crescere è un
passaggio allo stadio successivo", dice il rapper.
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