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Leo Nucci, 50 anni di carriera, 'canto ma cancello i viaggi lontani'

Disdetti impegni a Sydney, Los Angeles e Tokyo

Leo Nucci ha chiuso al teatro Regio di Parma i festeggiamenti per i suoi primi cinquant'anni di carriera. I primi cinquant'anni perché nonostante i 75 anni (ne compirà 76 ad aprile) la sua agenda è fitta di impegni nei teatri più importanti del mondo. Almeno d'Europa visto che il mese scorso ha deciso di cancellare gli appuntamenti intercontinentali, come le recite di Rigoletto che aveva in programma alla Sydney Opera House e a Los Angeles.
Al momento sembra la speranza di tutte le persone costrette a restare al lavoro come effetto della legge Fornero: "ogni tanto ci penso - scherza con l'ANSA- Sono trent'anni che dico che andrò in pensione, ma certo non cesserò mai di fare musica.
Inizio a pensare di smettere di cantare e preferirei dire arrivederci in una serata come ieri". Con l'affetto del pubblico che gli ha chiesto l'ennesimo bis (sono più di 400 solo quelli che ha concesso in Rigoletto) e la targa ricevuta dal Teatro Regio. "Ieri - ammette - è stata una serata particolare per mille motivi: perché 51 anni fa qui ho cantato una piccola parte nel Trovatore, perché qui ho moltissimi ricordi del debutto di questa regia di Pier Luigi Samaritani nell'87 con Alfredo Kraus e perché non è da prendere sottogamba cantare Rigoletto a Parma, per di più all'inaugurazione della stagione". Affermazione sorprendente considerato che per Nucci si è trattato della 537/ma recita dell'opera di Verdi .
"Però io cerco di approfondire sempre. Chi mi ha visto in Rigoletto a Genova dieci giorni fa mi ha detto che ho fatto cose completamente diverse, il rischio altrimenti - spiega - è di rimanere superficiali, solo alla vetrina", ' ma bisogna sapere "che dietro c'è la bottega", cioè che bisogna studiare e continuare a studiare. "La musica classica - prosegue - è una disciplina ferrea e se molti giovani non durano, se c'è gente che si è persa per strada è per questo motivo. Ho visto star la cui carriera è finita neanche a cinquant'anni. Le voci ci sono ma forse il problema è il sistema, non solo dell'opera".
L'esempio che fa è quello dell'automobile: "se guidi mandando sms ti schianti. Allo stesso modo non si prova con il telefono in mano ma dopo ore e ore di studio".
Lui ha sempre mantenuto questa disciplina da quando ha iniziato a cantare nel 1967. A mezzo secolo di distanza, la gente chiede alla moglie Adriana quale sia il segreto, che cosa gli dia da mangiare (e lui risponde orgoglioso tortelli e lambrusco). Gli resta un sogno (che rimarrà comunque nel cassetto "perché, spiega, "non cambio la mia corda di baritono) cantare il Requiem di Verdi dove è prevista la parte del basso.
Per ora Nucci si gode le continue richieste che arrivano. "Se dovessi dire sì a tutti gli impegni, non avrei tempo di respirare - osserva - Ho tante proposte e questo mi crea preoccupazione, perché se chiamano sempre il vecchio Nucci vuol dire che c'è un vuoto". Prossimo appuntamento per il baritono alla Scala a febbraio per Simon Boccanegra e poi a Zurigo per Luisa Miller, mentre il Regio di Parma inaugurerà il 28 la stagione sinfonica con un concerto del violinista David Garrett esaurito da giugno e poi a febbraio la stagione di danza con la prima nazionale di Satori con Sergei Polunin e Natalia Osipova.

   

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