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Raphael Gualazzi, 'Love Life Peace' sulla Senna

Raphael Gualazzi, 'Love Life Peace' sulla Senna

Lancio europeo dell'album. "Parigi? Fra Josephine Baker e Conte"

PARIGI, 14 ottobre 2017, 16:59

Redazione ANSA

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Raphael Gualazzi a Parigi. foto Francesco Pasquero - RIPRODUZIONE RISERVATA

Raphael Gualazzi a Parigi. foto Francesco Pasquero - RIPRODUZIONE RISERVATA
Raphael Gualazzi a Parigi. foto Francesco Pasquero - RIPRODUZIONE RISERVATA

  Raphael Gualazzi sbarca in Francia e lo fa lanciando il suo "Love Life Peace" - già disco d'oro in Italia - in una "International Edition". Lo fa con lo stile geniale e disincantato che lo contraddistingue, con una serata al "Flow", locale galleggiante sulla Senna proprio sotto agli Invalides: "ma non sapevo neppure che avremmo suonato in un posto sull'acqua...".
    Gualazzi a Parigi è già un personaggio, i francesi lo hanno adottato da quando, con il remix di "Reality and Fantasy", il successo che lo rivelò al grande pubblico, si impose nelle radio tanto da rendere possibile una sua esibizione - evento raro - addirittura al Louvre. Nel 2013, i francesi e il pubblico europeo in genere decretarono un grande successo a "Happy Mistake", che scalò le classifiche. E nella serata di lancio, riflettori e applausi per "La fin du monde", versione francese de "La fine del mondo", inedito uscito in Italia la scorsa estate, adattamento firmato dal cantautore Julien Bensé.
    "La Francia? Se devo pensare a qualcuno, mi viene in mente Josephine Baker - dice Gualazzi in una pausa delle prove - questo fu il primo paese in Europa a dare spazio a una cantante nera che faceva fatica ad esibirsi pure in America". E poi Paolo Conte, idolo dei francesi, che spesso accostano all'avvocato di Asti proprio Gualazzi: "io il nuovo Paolo Conte? E' vero che affondiamo entrambi le radici nella musica jazz e abbiamo gusti musicali comuni - afferma - ad esempio nella musica di inizio Novecento. Se io penso a lui lo vedo piuttosto come uno chansonnier francese, mentre io prediligo la ballabilità, lo 'stride piano' è proprio questo".
    Non vuol parlare, si tiene stretto il segreto dei suoi progetti. Ma poi - fra un pezzo e l'altro durante le prove della scaletta - si lancia in un sincopatissimo "Noi siamo zingarelle", e trasforma in jazz anche la Traviata: "ci sto lavorando da un po' - spiega - il 18 sarò a Parma per una serata nell'ambito del Festival di Verdi". Senza confini, per Gualazzi la musica è questo. Ed è soprattutto il gusto di suonare dal vivo: "quando scrivi e incidi un disco - spiega - la tua musica si deve mettere al servizio della canzone, che ha bisogno di codificare. Dal vivo è la canzone che si mette al servizio della musica. A me piace talvolta rifare completamente i pezzi, aggiungere digressioni, smontarli e rimontarli".
   

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