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Meli, Aida con Muti entrerà nella storia

Meli, Aida con Muti entrerà nella storia

7 repliche già sold out, Netrebko debutta nel ruolo principale

MILANO, 29 luglio 2017, 20:02

Bianca Maria Manfredi

ANSACheck

Il tenore Francesco Meli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tenore Francesco Meli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tenore Francesco Meli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scordatevi elefanti, sfingi e piramidi: nell'Aida che debutterà al festival di Salisburgo il prossimo 6 agosto diretta da Riccardo Muti non c'è nulla di tutto questo, ma solo due enormi scatole bianche. Eppure promette di essere un kolossal e anche qualcosa di più. Secondo il tenore genovese Francesco Meli, è "uno spettacolo unico che entrerà nella storia", una sorta di "Aida dei record" e non solo perché tutte le sette repliche sono già sold out nonostante i biglietti arrivino a costare 450 euro. Intanto Muti torna a dirigere Aida dopo quarant'anni: l'ultima volta lo fece alla Royal Opera House nel 1977 con Placido Domingo e Monserrat Caballé. Mai l'ha diretta a Firenze o alla Scala. E già questo è un evento.

Poi sono 37 anni che il titolo manca da Salisburgo dopo la versione di Herbert von Karajan del 1980. E c'è anche da considerare che a cantarla sarà un cast stellare. Questa Aida per Meli (che poi tornerà a lavorare nel Macbeth con Muti a Firenze e sarà Ernani alla Scala) è il debutto come Radames, ed è il debutto soprattutto per la diva Anna Netrebko nel ruolo principale in una squadra che include il baritono parmense Luca Salsi (altro fedelissimo di Muti che a Firenze sarà Macbeth), Roberto Tagliavini come re e Ekaterina Semenchuk nella parte di Amneris. "Vediamo dopo la prima, ma quando si hanno potenzialità come queste il risultato si riesce ad ottenere" ha spiegato Meli, usando anche una metafora calcistica: "se hai in squadra Del Piero giochi meglio anche tu". Senza contare l'allenatore. "Con il maestro si fa un lavoro che è impossibile trovare con altri. Lui dice di essere l'ultimo ricercatore, cerca la motivazione per cui una partitura è scritta in un certo modo". E nel caso di Aida vuole mostrare che si tratta "di un'opera intima, di colori soffusi, un po' scura, Oltre al trionfo e agli acutazzi - ha assicurato il tenore - c'è molto altro".

E quello che ha cercato di fare la registra iraniana Shirin Nashat è mostrare proprio il lato umano, il legame fra le due donne che si contendono Radames: Amneris, figlia del faraone, e la schiava Aida, che combatte per i propri diritti. A rendere storico lo spettacolo contribuisce anche lei, artista visiva che ha esperienze anche nel cinema (incluso un Leone d'argento a Venezia) e per la prima volta si cimenta nell'opera. "E' una donna di battaglia per i diritti delle donne. E' un valore aggiunto - ha assicurato Meli - e anche questo rende unica e storica questa Aida". La sua versione è lontanissima dall'Egitto dei faraoni ma non di quelle contro cui Muti si scaglia regolarmente perché snaturano l'opera. "Un conto è una regia supermodernissima come la nostra, che racconta una storia senza orpelli per far risaltare la musica un conto - ha aggiunto - è se si racconta un'altra storia. Se fai come noi ripulisci, non cambi niente. Non c'è battaglia fra la musica e la regia". Dopo questo spettacolo storico, Meli ha un'agenda fitta di appuntamenti che lo porteranno a Madrid, Venezia, Londra, ma anche un sogno nel cassetto. "Il sogno di tutti i tenori è fare Otello, magari - ha concluso - avrò la fortuna di farlo con il maestro Muti, con cui ho già fatto tante cose di Verdi", a partire da questo debutto come Radames.

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