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Rof, Ricciardo e Zoraide nel 2018 per il 150mo di Rossini

Ricci, punta diamante celebrazioni. Intanto il 10/8 apre Abbado

Il Ricciardo e Zoraide con la superstar della lirica Juan Diego Florez e Pretty Yende, diretti dal maestro Giacomo Sagripanti per la regia di Marshall Pynkoski. E poi Adina, con Diego Matheux sul podio e la regia di Rosetta Cucchi; e la ripresa del Barbiere di Siviglia, ultima regia lirica di Luca Ronconi, con Yes Abel direttore. Più il Viaggio a Reims firmato Babilonia Teatri. Così il Rossini Opera Festival festeggerà nel 2018 i 150 anni dalla scomparsa del maestro del Guglielmo Tell, del quale ormai da 38 edizioni è impegnato a riportare alla luce anche il vasto repertorio meno noto. Ad annunciarlo, il sovrintendente Gianfranco Mariotti, presentando l'edizione di quest'anno, al via il 10 agosto a Pesaro con Le siege de Corinte diretta da Roberto Abbado, su progetto di La Fura dels Baus e regia di Carlus Padrissa.

"Il governo - spiega il sindaco di Pesaro e vicepresidente Anci, Matteo Ricci - ha scelto di fare delle grandi ricorrenze italiane un elemento strategico della politica anche economica del paese. Rossini nel 2018, Leonardo nel 2019, Raffaello nel 2020 e Dante nel 2021 saranno i testimoni della bellezza italiana nel mondo. Il prossimo anno sarà pieno di eventi, ma il Rossini Opera Festival sarà la punta di diamante delle celebrazioni". Al lavoro è già "anche l'Enit - assicura il direttore esecutivo, Giovanni Bastianelli - Abbiamo allertato anche la sede di Parigi soprattutto dopo che Macron ha dichiarato che Rossini è il suo autore preferito".

Intanto, dedicata ad Alberto Zedda, storico direttore del Rof da poco scomparso, quest'anno "sarà un'edizione dalla forte impronta registica", racconta Mariotti, con anche La pietra del paragone firmata da Pierluigi Pizzi e Daniele Rustioni sul podio; e Torvaldo e Dorliska secondo Mario Martone e il maestro Francesco Lanzillotta. Il che, prosegue, "non vuol dire abusi, stravolgimenti o dissociazioni. Ma la ricezione di un bene culturale cambia con il tempo. Non leggiamo Dante come nel '300, né guardiamo la Sistina come nel '600. Lo stesso vale per la musica. Vogliamo una messa in scena vicina al pubblico". E con il rigore assoluto garantito della Fondazione Rossini, il successo fa bene anche al territorio.

"Due terzi degli spettatori sono stranieri - dice Mariotti - Arrivano da 42 paesi e sono fidelizzatissimi. Il nostro botteghino non piange mai, qualunque crisi accada. E ogni euro investito nel Festival ne genera altri 7. Lo spettatore, infatti, viaggia con la famiglia, ha una rilevante capacità di spesa e resta almeno 7 giorni. Come ha scritto il New York Times, abbiamo costruito un'operazione elitaria di massa". Perla del cartellone di quest'anno, che segna anche l'arrivo dell'Orchestra Sinfonica Rai, è Le siege de Corinte, eseguita, spiega il presidente della Fondazione Oriano Giovannelli con il direttore artistico Ernesto Palacio, con "400 battute musicali inedite. In parte furono tagliate dal maestro durante le prove generali del '26" ora "recuperate con grande lavoro di ricerca, poiché non c'è l'originale autografo". Una messa in scena in cui il regista Padrissa ha posto al centro il problema dell'acqua, che, casualmente, in queste ore attanaglia l'Italia. "Senza l'acqua non hai vita - spiega - Se a Roma finisce, andrai a cercarla nei territori vicini. Un conflitto - dice citando l'Isis e le guerre di religione - che si ripete sempre nella Storia". Tra le mostre su Cenerentola e Alberto Zedda, chiude il 22 agosto lo Stabat Mater con Preludio religioso strumentato da Zedda.

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