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Paolo Jannacci, il mio jazz parla anche al pop

Paolo Jannacci, il mio jazz parla anche al pop

Esce 'Hard playing', il nuovo album a quattro anni dall'ultimo

MILANO, 23 marzo 2017, 09:53

Carlo Mandelli

ANSACheck

PAOLO JANNACCI, IL MIO JAZZ ANCHE SUI PALCHI POP - RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO JANNACCI, IL MIO JAZZ ANCHE SUI PALCHI POP - RIPRODUZIONE RISERVATA
PAOLO JANNACCI, IL MIO JAZZ ANCHE SUI PALCHI POP - RIPRODUZIONE RISERVATA

  A quattro anni di distanza dal suo precedente lavoro da studio, Paolo Jannacci torna con un nuovo album intitolato 'Hard Playing'. Il nuovo capitolo discografico firmato dal musicista milanese è quello in uscita venerdì con una scaletta composta da sette nuovi brani jazz, due cover dedicate a 'You must believe in spring' e 'Who can I turn to', oltre al dvd dello spettacolo teatrale 'In concerto con Enzo'. "Questo lavoro nasce da un'esigenza fisica oltre che intellettuale - ha spiegato Jannacci - perché ad un certo punto ho capito di dover fissare qualcosa che nel corso degli studi e dei live degli ultimi anni mi ha portato ad una svolta. Magari non a una rottura vera e propria, perché a quelle ci hanno pensato nomi ben più importanti, ma nel mio piccolo penso d'aver e anche la mia da dire". Al lavoro sull'album, oltre a Jannacci al pianoforte, musicisti-amici più che collaudati, come Stefano Bagnoli alla batteria, Marco Ricci al contrabbasso e Daniele Moretto alla tromba. "Non potrei pensare di separarmi da loro - ha detto Jannacci - perché rappresentano il completamento delle mie idee musicali. Il jazz per come lo vedo io è una musica talmente intima che ha bisogno di un rapporto umano che ne tiri le fila e ne indichi la direzione". Al centro di tutto, per Jannacci che però ha già anche un album pop fatto, finito e pronto all'uso ("ho pensato di rimandarlo più avanti"), questa volta si sono prepotentemente posizionate proprio le note del jazz che della sua formazione musicale hanno contribuito a costruirne lo scheletro portante.
    "Ho cercando il jazz fin da ragazzino - ha ricordato Jannacci - perché pensavo, e penso, che fosse la cosa giusta da fare. Ci sono arrivato un po' a tentoni, ma per me è il giusto modo di sentire un certo tipo di cultura musicale. E' stata una bella strada da intraprendere. Alcuni meccanismi li ho capiti, altri li sto ancora capendo e altri invece non li capirò forse mai". Con i compagni di musica di sempre e quell'aria da ragazzino fischiettante che ancora conserva a 44 anni, il figlio del Dottor Jannacci Vincenzo detto Enzo è arrivato anche sui palchi del pop, anche in questo periodo con il tour di J-Ax e Fedez con i quali sale sul palco nei palazzetti, al pianoforte e con la sua fisarmonica. "Non penso ci sia tanta differenza tra Paolo Jannacci che suona jazz e studia e quello che sale sul palco di J-Ax e Fedez - ha spiegato lui - perché quello che faccio è semplicemente prestare le mie conoscenze ad un altro tipo di musica, che è difficile uguale. Quella del pop è una cultura musicale legata più alla precisione, anche se cerco di metterci sempre del mio. Del resto anche papà, che faceva musica folk e popolare, si è sempre attorniato di musicisti jazz". Dei due rapper, Jannacci conosceva poi già da anni l'ex Articolo 31. "Ax ha l'energia punk del ribelle ma è dolcissimo - ha detto l'autore delle nuove 'Flux' e 'Troppo smog' - e quando sono riuscito a guardarlo bene scostando il superfluo, ho visto subito che aveva gli occhi buoni". Tra una data e l'altra del tour dei due colleghi pop-rap, Jannacci comincerà a presentare il nuovo album con un appuntamento in store, il 26 aprile, alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano.
   

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