"Ho scelto un metodo brusco, diretto,
cattivo, e soprattutto in prima persona, perché so che è il più
efficace e mi appartiene, e infatti si sta alzando un polverone,
che è quello che mi aspettavo, per poter porre l'attenzione su
uno degli aspetti più brutti di questa società". Emis Killa si
difende così, dalle sue pagine social, dalle accuse di
istigazione al femminicidio che sarebbero contenute nel brano "3
messaggi in segreteria", inserito nell'album Terza stagione,
appena uscito.
"Si parla di 3 messaggi in segreteria, come se istigasse alla
violenza sulle donne. In questa canzone racconto di un ragazzo
che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla.
Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza. E' il
mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio. Come
artista è mio privilegio e mio compito raccontare storie e far
pensare chi mi ascolta", spiega il rapper di Vimercate".
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