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La paura del terrorismo non ferma i grandi Festival europei

Da Budapest a Bruxelles occhio a sicurezza

La notizia dell'attentato di Ansbach in Baviera, avvenuto ieri notte all'esterno di un festival musicale, non solo allunga la striscia di fatti violenti che hanno sconvolto la Germania ma ha sollevato dubbi sulla sicurezza dei grandi raduni di massa: il sindaco di Monaco avrebbe suggerito la possibilità di bandire zaini e borse nel prossimo Oktoberfest, e dopo l'attentato di novembre al Bataclan la musica live continua a sembrare obiettivo di fanatici. A maggio il vice assistente commissario della londinese Metropolitan Police Neil Basu aveva lanciato dalle pagine del Sunday Times un allarme per i festival come Glastonbury: eppure lo stesso appuntamento live per eccellenza del rock inglese a fine giugno avrebbe registrato almeno 135mila partecipanti giornalieri, numeri in linea con gli ultimi anni, confermati finora anche da altri grandi eventi come Roskilde in Danimarca e Primavera Sound a Barcellona. Nemmeno in Belgio i grandi raduni si sono fermati, e Rock Werchter, Tomorrowland, TW Classic, Graspop Metal e Dour Festival si sono svolti fra giugno e luglio con grande afflusso di pubblico. In primavera, dopo gli attentati del 22 marzo a Bruxelles, gli organizzatori di questi festival e del Pukkelpop, grande appuntamento atteso ad Hasselt (Belgio) fra il 17 e il 20 agosto, avevano annunciato di essersi coordinati fra loro e con le forze dell'ordine belghe per intensificare i controlli senza disturbare l'esperienza degli spettatori: "Ogni festival applica misure di sicurezza consolidate, ma la realtà del mondo è cambiata e in quanto società dobbiamo fare i conti con la minaccia di attentati terroristici - recitava un comunicato congiunto dei promoter diffuso il 21 aprile - Lo scopo è permettere l'introduzione di zaini e borse, ma solo dopo un'attenta perquisizione facendo in modo che i controlli procedano il più tranquillamente possibile". Una richiesta di coordinamento sulla sicurezza negli open air era arrivata poi al Parlamento Europeo il 24 giugno, quando la maltese Marlene Mizzi (gruppo S&D) aveva presentato un'interrogazione per suggerire politiche condivise fra gli stati membri sulle procedure. Tutti i raduni musicali seguono già regole precise per gestire l'accesso alle aree e a servizi sensibili come il campeggio, da cui sono banditi non solo stupefacenti o armi ma spesso anche simboli di propaganda ideologica: la stessa security di Ansbach avrebbe negato l'ingresso all'attentatore suicida e al suo zaino con l'ordigno, sventando così una strage di maggiori proporzioni. Un caso particolare di mantenimento dell'ordine è quello del celebre Sziget, in programma dal 10 al 17 agosto a Budapest: prima di approdare all'isola di Obuda che ospita live e campeggi, gli spettatori sono obbligati a sottoporre i propri bagagli a una perquisizione accurata. L'organizzazione ha introdotto poi una particolare forma di prevenzione approfittando dell'associazione unica fra individuo e braccialetto, per ritirare il quale da quest'anno è necessario presentare non solo il biglietto ma un documento d'identità: chiunque sia espulso dal festival ungherese rischia inoltre un bando perpetuo esteso anche ai festival 'cugini' Volt e Balaton. La registrazione e la creazione di una "lista nera" aggiungono un ulteriore controllo a un sistema rodato che include una bonifica preventiva di Obuda con cani addestrati, che non ha comunque fermato la crescita record di afflussi all'isola "della libertà" (441mila ingressi nel 2015). Fra volontari, forze dell'ordine e steward, insomma, ogni Woodstock europea ha un proprio modo di gestire gli eventuali pericoli: Wacken Open Air, uno dei maggiori festival metal al mondo in programma nel nord della Germania dal 4 al 6 agosto nel piccolo centro a 70 chilometri da Amburgo, gode ad esempio della presenza di una stazione di polizia sempre aperta nell'area concerti. E intanto nemmeno le tribolazioni politiche o di cronaca sembrano disturbare il mercato dei festival europei, dato in crescita di affluenze del +6,3% tra 2014 e 2015 dallo European Festival Report 2015 di IQ Magazine (sondaggio fra 77 festival): numeri che rivelano la fiducia dei cittadini europei nelle organizzazioni e nelle loro procedure di controllo, che nemmeno le sciagure accidentali della Love Parade nel 2010 o del Pukkelpop nel 2011 hanno scalfito.

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