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Concertone del Primo Maggio, un milione a Roma

Sul palco - fra gli altri - Bluvertigo, Enrico Ruggeri, Emis Killa, Paola Turci, Avitabile con Alpha Blondy, J-Ax e Noemi. Lo Stato sociale: ''censurati''.

  Nel segno della solidarietà e dell'integrazione, nell'edizione che festeggia il quarto di secolo, il Concertone del Primo maggio a Roma ha rispettato la tradizione tra musica e attualità, non dimenticando le emergenze nel mondo e tendendo un orecchio alle violente proteste di Milano dei #noExpo.

   Per la maratona musicale dai sindacati sono arrivati a San Giovanni oltre un milione dei persone, che hanno affollato la piazza fin dal primo pomeriggio in attesa dei loro beniamini.

 Poco prima di salire sul palco del Primo Maggio a Roma, Morgan sul suo profilo Facebook ha postato un'anteprima di Andiamo a Londra, il nuovo singolo che segna la reunion dei Bluvertigo.

 
 

 
A fare gli onori di casa Camila Raznovich, affiancata da alcuni conduttori delle passate edizioni, che ha dato il via alla manifestazione chiedendo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Nepal e per i morti del mar Mediterraneo. Poi la "parola" è passata alla musica: ai KuTso l'onore di aprire il concerto (con Alex Britti ospite in incognito con barbona finta), preceduti da un omaggio ai 70 anni della Liberazione d'Italia con i Bottari della Cantica popolare insieme al violino di Alessandro Quarta che hanno intonato una loro versione di Bella Ciao. 

   Tra i primi ad esibirsi i La Rua, vincitori del Contest 1MNext. Poi a riscaldare la folla sono arrivati gli Almamegretta, Mario Venuti, la giovane Levante, Teresa De Sio, Nesli e James Senese e Napoli Centrale. In serata, momento clou del concerto con Enrico Ruggeri, Emis Killa, Paola Turci, Avitabile con Alpha Blondy, J-Ax (che ha occupato il palco affiancandosi a Camila nella conduzione) e Noemi protagonisti anche di un duetto, l'atteso ritorno dei Bluvertigo di Morgan e Goran Bregovic, unico ospite internazionale di questa edizione con una versione balcanica di Bella ciao. A chiudere la Pfm. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, sottolineando l'importanza del Concertone, anche nell'ambito delle battaglie per il lavoro, hanno accennato alle altre emergenze del Paese, dai migranti alla coesione sociale.

  La provocazione arriva sul palco in tarda serara con Lo Stato Sociale. ''Band oscurata per esigenze di censura''. I ragazzi de Lo Stato Sociale sono saliti sul palco di San Giovanni a Roma, vestiti con una calzamaglia nera, stile Diabolik, che gli copre anche il viso. Probabilmente in segno di protesta, per la censura subita: sul palco avrebbero voluto portare sei coppie di gay, ma la Rai non avrebbe dato il via libera. Hanno così deciso di baciarsi tra di loro alla fine del primo brano. ''Vi auguriamo Buon primo maggio e altri 364 giorni all'oscuro di ogni cosa". Ma gli orgtanizzatori replicano a stretto giro. "Nessuna censura nei confronti de Lo Stato Sociale. Semplicemente la parte relativa all'uscita sul palco delle sei coppie gay non era stata provata prima e quindi gli autori non se la sono sentita di mandarla in onda". Massimo Bonelli, uno degli organizzatori del Concertone del Primo Maggio a Roma ha spiegato così la polemica suscitata dall'esibizione del gruppo bolognese. A denunciare la censura per primo era stato  il presidente dell'Arcigay Flavio Romani. "Sei coppie, due formate da gay, due da lesbiche e due da eterosessuali, avrebbero dovuto salire sul palco del concerto del Primo Maggio assieme agli Stato sociale e baciarsi ma la Rai lo ha impedito". "Le coppie - riferiva Romani - erano già nel retropalco e avevano già firmato le liberatorie di rito quando l'organizzazione ha comunicato loro che la Rai non intendeva mandare in onda quel contenuto essendo la trasmissione ancora in fascia protetta. Una censura insensata, che tratta l'omosessualità come una cosa oscena, impresentabile. Un atteggiamento inaccettabile, che nella tv pubblica, quella pagata anche con le tasse delle persone gay e lesbiche, rende invisibile un pezzo di Paese, proprio sul palco del Primo Maggio dove la parola 'diritti' dovrebbe avere un significato particolare". "Chiediamo ai vertici delle sigle sindacali che organizzano la manifestazione - conclude Romani - di prendere le distanze pubblicamente dall'atto discriminatorio della Rai". La Rai da parte sua ha posi spiegato di ''non aver saputo nulla della questione e di non essere stata coinvolta in alcuna decisione in proposito da parte degli organizzatori dell'evento".

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