"Siamo giovani, gagliardi e tosti. E dal festival ci aspettiamo successo, fama, donne, gloria, soldi e quant'altro. Il nostro obiettivo è far esplodere i televisori". I Kutso, tra le otto Nuove Proposte in gara al Festival di Sanremo con il brano Elisa, sono un concentrato di follia, simpatia e ironia, condite da una buona dose di talento.
Il loro è un curriculum di tutto rispetto, nel quale spiccano solo l'anno scorso una presenza al Concerto del Primo Maggio a Roma, l'apertura dei live di Caparezza all'Hitweek Festival negli Stati Uniti e al Postepay Rock in Roma e l'Hard Rock Live Roma. A sorpresa, sopratutto la loro, si ritrovano ora catapultati sul palco dell'Ariston. "E chi l'avrebbe mai detto! Noi veniamo da un circuito diverso, indipendente, che ha poco a che fare con il Festival, di cui non subiamo il fascino - racconta tra una battuta e l'altra Matteo Gabbianelli, voce del gruppo rock, che fa "la musica che ci pare" -. E non ce l'aspettavamo soprattutto considerando che durante le selezioni è saltata la base e noi siamo andati avanti a cantare e a saltare come se nulla fosse. La commissione musicale ha pensato che il brano fosse stato pensato così...".
Il brano sanremese è solare e irriverente, come tutta la loro produzione "che si basa sul contrasto tra musica gioiosa e testi mortiferi, il buio che si scontra le note - teorizza Matteo, insieme ai suoi compagni Donatello Giorgio, Luca Amendola e Simone Bravi -. E' la negatività che ci portiamo dentro e che trasferiamo nelle nostre canzoni". E con il festival arriva anche la pubblicazione del secondo album dei Kutso, Musica per persone sensibili, in uscita il 12 febbraio, pubblicato da IT.POP. A produrlo Alex Britti, amico d'infanzia di Gabbianelli, che è ospite tra gli altri insieme a Piotta, Roberto Angelini, Enriquez della Bandabardò. "Una raccolta di brani scritti fino a 7 anni fa - continua Gabbianelli -. Anche Elisa la avevamo già da qualche tempo. Sapevamo che era un buon pezzo e la tenevamo per qualcosa di importante, ma non avremmo mai pensato che fosse Sanremo". Considerano il festival una "tappa importante", ma il desiderio è tornare presto ai live, loro che solo nel 2014 hanno collezionato più di 120 date in tutta Italia. "Per noi il palco è linfa vitale", dicono in coro non illudendosi che il festival sarà una passeggiata. "Non abbiamo una visione romantica.
Saranno giorni intensi. E poi c'è da dire che siamo poco avvezzi al facile entusiasmo. L'euforia ti acceca. E noi abbiamo già preso parecchie batoste in passato". Lasciano il dubbio su come Carlo Conti li presenterà (all'inglese il loro nome suonerebbe irriverente per il pubblico della prima serata di Rai1), ma quello cui non rinunceranno saranno i travestimenti del chitarrista Giorgi. "E' il nostro marchio di fabbrica - spiegano -. Più che costumi sono installazioni corporee, quasi un carro di carnevale. Un abito diverso per ogni sera, pensando ai personaggi legati a Sanremo".
Per scaramanzia ne hanno preparati tre, il quarto significherebbe salire sul palco con la vittoria in tasca. "Se succede ne ricicliamo uno del passato", scherzano incrociando le dita.
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