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Britti,scrivere costa meno dell'analista

Britti,scrivere costa meno dell'analista

Al Festival con un brano che spazia dal blues all'elettronica

ROMA, 30 gennaio 2015, 15:46

Claudia Fascia

ANSACheck

Alex Britti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alex Britti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alex Britti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un po' di jazz, mixato all'elettronica, con un pizzico di blues, il tutto condito con una spolverata generosa di pop. E' la ricetta che Alex Britti ha preparato per il prossimo Festival di Sanremo, dove torna, con il brano Un attimo importante, per la quinta volta, a nove anni di distanza dall'ultima. "Ogni tanto ci sta tornare a Sanremo - racconta all'ANSA, poco prima di salire sul palco dell'Ariston per le prove con l'orchestra -. Faccio il musicista, sperimento, e tra le molte cose canto. Quindi è una tappa da fare. Soprattutto quando hai tra le mani una bella canzone, come penso lo sia Un attimo importante. Ma io non scrivo per il Festival o per i dischi, scrivo perché costa meno che andare in analisi", scherza il cantautore romano che, parlando del suo brano, spiega come abbia "un'impronta jazz, un arrangiamento elettronico, una chitarra blues (la mia ultima sfida), il tutto impiattato in salsa pop".
E le metafore culinarie continuano per il resto dell'intervista.
"Perché se suono e mangio bene, non ho altro da chiedere". Il Festival, Alex Britti lo conosce bene e non ha certo timore nei confronti dei critici o ansia da prestazione, "anche se un po' di elettricità quando sali sul palco la senti, ma ormai credo di saper gestire la situazione". La prima apparizione fu nel 1999 tra le Nuove Proposte, che vinse con Oggi sono io. Sedici anni fa. "Ma Sanremo non cambia, è sempre lo stesso. Trovi la stessa gente, le stesse facce, gli stessi fotografi, gli stessi fonici. A volte anche gli stessi cantanti.
E' un negozio dove cambia la merce in esposizione, ma a vendere sono sempre gli stessi. Ma non è necessariamente un male.
Cambiare non sempre fa bene. Io invece sono più vecchio, ho qualche capello in meno e quelli che sono rimasti sono più bianchi. Per il resto mi sento uguale e lo vivrò come sempre: un po' di corsa sul lungomare la mattina, buon cibo e poi rimarrò chiuso in camera a suonare".
Per la terza serata ha scelto Io mi fermo qui, un brano dei Dik Dik. "Quando mi hanno detto che dovevo fare la cover sono caduto dal pero. Se fosse stato per me avrei portato Hendrix.
Volevo fare qualcosa di diverso dalle solite cose. Poi un amico mi ha segnalato questo brano. Quando l'ho sentito sono rimasto folgorato. L'ho riarrangiato e ora sembra un pezzo di Santana.
Molto sperimentale, in linea con il disco al quale sto lavorando". Caso più unico che raro, a differenza della maggior parte degli artisti che vanno al festival, Britti non ha un disco in uscita, né di inediti né una riedizione. "Non era nei piani. Ma adesso con il Festival tutti mi dicono di accelerare. Lo farò, ma mi devo mettere in studio e invece sto sempre in giro! Appena mi lasciano in pace lo faccio", promette anche se si capisce che avrebbe preferito prendersi il suo tempo. L'idea è quella di riuscire a uscire entro l'estate, ma per farlo dovrà rinunciare a tornare dal vivo nei teatri tra marzo e aprile. "Un progetto solo rimandato - avverte -. C'ho una voglia matta di tornare a suonare dal vivo. Altrimenti mi suono addosso". Tra gli "sfizi" che si è tolto, in questi anni in cui ha sperimentato, anche quello di provare a fare il produttore, "ma non di mestiere - mette le mani avanti -, lo faccio quando mi piace un artista e la persona che c'è dietro". Un doppio ruolo che lo impegnerà anche al Festival dove produce, tra le Nuove Proposte, i Kutso. L'ultima battuta è per l'elezione, in corso, del Presidente della Repubblica: "il mio candidato? ovviamente Magalli".

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