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Bellissima, in mostra couture Dolce Vita

Bellissima, in mostra couture Dolce Vita

Al Maxxi foto d'epoca e 80 abiti grandi atelier da 2/12 al 3/5

ROMA, 19 novembre 2014, 20:40

Patrizia Vacalebri

ANSACheck

AVA GARDNER CON ABITO Pretino di Sorelle Fontana, - RIPRODUZIONE RISERVATA

AVA GARDNER CON ABITO Pretino di Sorelle Fontana, - RIPRODUZIONE RISERVATA
AVA GARDNER CON ABITO Pretino di Sorelle Fontana, - RIPRODUZIONE RISERVATA

   Le immagini d'epoca e 80 abiti d'archivio delle grandi sartorie dell'alta moda Italiana, da Valentino a Roberto Capucci, da Fendi a Delia Biagiotti (madre della stilista Laura) fino a Fernanda Gattinoni, che resero celebre il made in Italy nel mondo nel periodo compreso tra il dopoguerra e fine anni Sessanta, sono i protagonisti di "Bellissima. L'Italia dell'alta moda 1945-1968", la mostra curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi in programma al Museo Maxxi di Roma dal 2 dicembre al 3 maggio 2015. Il progetto, che vuole sottolineare come la moda sia "elemento aggregante della cultura del Paese, strumento critico di analisi dell'evoluzione della cultura italiana in un momento di creatività straordinaria su più fronti", racconta l'evolversi della moda italiana in un contesto storico preciso (il secondo dopoguerra) proprio perchè quella stagione è stato determinante per la definizione dell'identità della moda italiana e per il suo affrancarsi in quegli anni dall'egemonia della moda francese.

   E' storicamente comprovato che il made in Italy gettò le sue basi proprio sui germogli fioriti in quegli anni con un gruppo di sartorie: Emilio Shubert, Sorelle Fontana, Simonetta, Mila Schon, Jole Veneziani, Fernanda Gattinoni, Roberto Capucci, Valentino, Irene Galitzine. Le loro creazioni saranno esposte al Maxxi accanto agli accessori di Roberta di Camerino, Gucci, Salvatore Ferragamo, e ai gioielli di Bulgari, main partner del progetto. A sottolineare la complicità tra arte e moda che ha segnato quegli anni, faranno paret della mostra le opere di Lucio Fontana, Alberto Burri, Paolo Scheggi, Massimo Campigli, Carla Accardi e Giuseppe Capogrossi, testimonianza della sperimentazione e della vitalità creativa di un'epoca eccezionale. Il dialogo con l'arte contemporanea è esaltato poi da VB74 la performance che Vanessa Beecroft ha progettato per l'inaugurazione della mostra sul tema dell'identità femminile.

   Intanto da Fendi fanno sapere che saranno esposti per l'occasione due capi provenienti dall'archivio storico della maison romana: un abito-pantaloni disegnato nel 1967 da Karl Lagerfeld, in lapin rasato nero della collezione A/I 1967-68 e un lungo cappotto doppiopetto del '60 in visone nero, bianco e marrone nella parte superiore, unita a quella inferiore in visone bianco da una zip. Dalla maison Biagiotti si apprende che sarà in mostra un prezioso capo d'archivio del 1965 realizzato da Delia Soldaini Biagiotti (1914-1999), madre della stilista Laura, con l'etichetta Via Veneto 7, creata per l'esportazione negli Stati Uniti: un cappotto di panno bianco con intarsi di cashmere tricot. La Maison Gattinoni partecipa all'evento, con sette creazioni dell'Archivio Storico Fernanda e Raniero Gattinoni, tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali perché ritenuto "d'interesse storico". Sono: l'abito color avorio in jersey di seta drappeggiata realizzato da madame Fernanda nel 1956 per Ingrid Bergman; quello in crespo di seta color grigio impreziosito dal corpetto lavorato a canestro indossato dall'attrice Lana Turner nel 1957 nel film "Malibù party"; l'abito in raso di seta nera dalla linea a sirena ricamato con cristalli e cannette realizzato per l'attrice Kim Novak nel 1957; il completo pantaloni in crepe marocain con blusa in organza e velluto indossato dal premio Oscar Anna Magnani nel 1956. E per la prima volta esposto, dopo un accurato restauro, l'abito che l'ambasciatrice degli Stati Uniti d'America Claire Booth Luce indossò nel 1954 per passare in rassegna il picchetto d'onore durante una celebrazione all'Altare della Patria al fianco dell'allora Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi.

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