"Attenzione a non minimizzare mai
la violenza, perché la violenza è un cancro che cresce e può
attaccare, e in fretta, varie parti della società. È già
successo cento anni fa, quando in Italia nacque il fascismo e
gli intellettuali non se ne accorsero. L'abbiamo già vista una
volta la parabola fascista, credo che autorità e società tutta
debbano cercare di capire perché esistono oggi tali derive e
contrastarle con forza". Lo ha detto il rocker Piero Pelù
presentando al Salone del Libro di Torino, in una Sala Oro
gremita di giovani, il suo ultimo libro 'Spacca l'infinito. Il
Romanzo di una vita' pubblicato da Giunti.
"Il nostro Paese, come fa di solito, sta ancora svicolando
dall'elaborazione di questa storia - ha aggiunto Pelù - cosa che
invece ha fatto la Germania, ora più immunizzata, affrontandola
con processi, studi, discussioni. Un problema, questo, iniziato
con Badoglio, che dopo le orrende imprese in Libia, incarnò
l'Italia che si ribella a se stessa. Bisogna prendere lezione
dalla storia". Pelù, autodefinitosi da sempre anarchico, ha poi
raccontato della sua famiglia, protagonista del libro. Due i
rami: uno fascista, quello paterno, protagonista anche di
episodi violenti che portarono all'assassinio di zio Paolo, e
quello antifascista.
El diablo, così come lo chiamato i fan, ha poi parlato di
un altro tema che gli sta a cuore, la difesa dell'ambiente. 'In
fondo basterebbe poco - ha detto - basterebbe che ognuno
singolarmente comprendesse il dramma in corso e agisse di
conseguenza. Io vado in giro a pulire le spiagge e faccio
attenzione ai miei rifiuti. Ma ognuno può fare qualcosa. L'altro
giorno ero a Pavia e ho visto anche là, nel profondo Nord,
immondizia per le strade. È grave. Per il futuro del Pianeta e
per i nostri figli e nipoti. Pensate per esempio che l'Africa
immette il 3-5% degli elementi inquinanti nel mondo, ma subisce
il 70% dei danni connessi alla crisi climatica. Nel giro di
pochi anni le migliaia di persone vittime di quella
desertificazione busseranno alle nostre porte. Un disastro".
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