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Morto Italo Moretti, storico volto della Rai

Era stato a lungo inviato in Sud America

La Rai perde un volto storico e interprete del giornalismo televisivo. Addio a Italo Moretti, famoso inviato della Rai in Sud America. Aveva 86 anni. È stato conduttore del Tg2 e direttore del Tg3. E' morto a Roma all'età di 86 anni.

Nella sua vita è sopravvissuto a una sciagura aerea nello scalo di Addis Abeba, vicenda di cui fece un reportage che gli valse il Premio Saint-Vincent. Ha sempre inseguito la verità sul caso Alpi-Hrovatin, e non a caso è stato anche presidente del Premio Ilaria Alpi per il giornalismo televisivo.

Originario di Giulianova, in Abruzzo, classe 1933, aveva iniziato la sua carriera a soli 17 anni collaborando a Perugia con le redazioni locali dei quotidiani nazionali. Intelligente, tenace, entrò in Rai nel 1966. Nella sua lunga carriera si è occupato di sport, cronaca, politica interna ma soprattutto di politica estera. Nel 1968 iniziò il suo lavoro in America Latina. Da Cile, Argentina e Urugua, ha raccontato i regimi golpisti e autoritari di quei paesi, documentando la tragedia dei desaparecidos. Nel 1976 Italo Moretti passò alla redazione del Tg2 continuando a dedicarsi al Sud America, ma anche alla politica di Portogallo e Spagna.

Nel 1987 fu nominato vice-direttore del Tg3 di cui diventò poi direttore nel 1995. Dal '96 al '98 fu condirettore della Tgr Italo Moretti è stato anche scrittore . Tra i tanti riconoscimenti anche la Colomba d'Oro per la pace, il Microfono d'Argento, il Premiolino, il Premio Scarfoglio. Tra i messaggi di cordoglio alla famiglia quello congiunto della Federazione Nazionale della Stampa italiana e l'Usigrai che ricordano Italo Moretti come "un uomo che ha davvero onorato con il suo impegno e la sua passione per il giornalismo la funzione del servizio pubblico, che ha contrastato ogni forma di oscurità, oscurantismo e bavaglio, in Italia e non solo. Milioni di italiani hanno conosciuto attraverso i suoi reportage gli orrori e le atrocità delle dittature in America Latina".

Tanti i messaggi di cordoglio alla famiglia: il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'Informazione e all'Editoria, Andrea Martella sottolinea in nota: "La scomparsa di Italo Moretti segna una perdita significativa. Non solo per il mondo del giornalismo che da tempo lo colloca tra i suoi principali maestri, ma anche per tanti italiani che grazie alla sua professionalità e al suo certosino lavoro di inchiesta hanno potuto beneficiare di un eccellente servizio pubblico". Ma tiene a rilevare anche "un sentimento di gratitudine nei confronti di questo grande giornalista che ha interpretato il suo ruolo senza mai risparmiarsi bensì addentrandosi in realtà sociali, luoghi e vicende di particolare complessità e drammaticità. Tra gli esempi emblematici di questo suo taglio, l'impegno costante per far luce sull'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin".

In una dichirazione congiunta il presidente e l' Ad Rai tengono a rilevare: "Italo Moretti, cronista attento, inviato delle vicende politiche e sociali dell'America Latina, indimenticato direttore del Tg3, è stato un modello per tutti i giornalisti. La sua passione per la notizia in tutte le sue declinazioni, il suo respiro internazionale e la sua capacità di comunicare con il pubblico trasferendo competenza, credibilità e emozione hanno dato orgoglio e lustro alla Rai". Infine in un comunicato congiunto la Federazione Nazionale della Stampa italiana e l'Usigrai ricordano Italo Moretti come "un uomo che ha davvero onorato con il suo impegno e la sua passione per il giornalismo la funzione del servizio pubblico, che ha contrastato ogni forma di oscurità, oscurantismo e bavaglio, in Italia e non solo. Milioni di italiani hanno conosciuto attraverso i suoi reportage gli orrori e le atrocità delle dittature in America Latina".

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