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Aramburu, va affrontata la violenza sulle donne

Aramburu, va affrontata la violenza sulle donne

L'autore di 'Patria' a Pordenonelegge per il Premio Friuladria

PORDENONE, 17 settembre 2021, 18:27

di Mauretta Capuano

ANSACheck

Lo scrittore Fernando Aramburu - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scrittore Fernando Aramburu - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo scrittore Fernando Aramburu - RIPRODUZIONE RISERVATA

PORDENONE - Si augura "qualsiasi tipo di avvicinamento tra i Paesi Europei" e mostra preoccupazione per la violenza sulle donne Fernando Aramburu, l'autore di Patria, a Pordenonelegge per ricevere il Premio Credit Agricole Friuladria - La storia in un romanzo 2021'. E a cinque anni dal successo di 'Patria', che sarà presto una serie tv, è in arrivo in Italia il suo nuovo attesissimo romanzo 'I rondoni', che sarà in libreria il 18 ottobre per Guanda. "Un problema che bisogna assolutamente affrontare, come viene fatto in modo molto serio in Spagna, sono le aggressioni e la violenza nei confronti delle donne, dovunque avvenga, anche in un paesino molto piccolo, la notizia di quello che accade deve avere massimo risalto" spiega Aramburu al suo arrivo a Pordenone. La violenza "è uno dei cavalli di battaglia della mia letteratura, compare in molti miei libri con sfaccettature diverse. Credo che la violenza faccia parte della natura e l'uomo deve farci i conti: serve per conquistare terreno, per trovare cibo, per arrivare al potere. E' qualcosa che la specie umana ha cercato di controllare introducendo la giustizia, lo stato di diritto, le leggi perché l'uomo potesse frenare gli impulsi violenti e potesse vivere pacificamente all'interno della società. Provengo da una regione che per disgrazia, purtroppo, ha subito per anni la violenza a causa di un gruppo che si è organizzato e ha fatto come fanno i lupi, i leoni o le iene, ha tratto vantaggio dalla violenza a scapito degli altri" dice Aramburu che è nato a San Sebastian nel 1959. E si sofferma su quello che possono fare gli scrittori: "spiegare perché c'è violenza è compito dei sociologi, degli storici, dei giornalisti. Il nostro compito è di raccontare come si vive la violenza, che ripercussioni ha sui cittadini e sulle persone. E questo è quello che ho cercato di fare all'interno del mio libro, dei miei libri in generale. Parliamo della vita privata della nostra specie come fece e disse Balzac".

Nel nuovo romanzo, 'I rondoni' la violenza è in fondo quella che un uomo decide di esercitare su se stesso. "I rondoni' non è 'Patria 2', è un libro diverso. E' un'altra storia, con un altro personaggio. Si svolge a Madrid, il protagonista è un uomo che decide di suicidarsi e non sa perché. Si concede un anno di tempo e in quei mesi cambia la percezione che ha della vita e delle persone intorno a lui. E alla fine di quell'anno capirà il perché di questa decisione" anticipa lo scrittore all'ANSA. Il nuovo romanzo "è stato accolto molto bene dal pubblico in Spagna e spero abbia la stessa accoglienza anche in Italia, dove i miei libri vengono sempre accolti favorevolmente. E' un progetto molto ambizioso. Avevo previsto circa 5 anni di lavoro per questo romanzo. Poi è intervenuta la pandemia che mi ha dato una mano perché mi ha offerto tempo aggiuntivo e mi ha permesso di lavorare in modo molto intenso, come dovremmo fare noi scrittori invece di viaggiare, fare telefonate e presentazioni. Non ho sentito pressioni di nessun tipo ed è per questo che non ho pubblicato subito dopo Patria. Sono riuscito a scrivere un romanzo voluminoso con assoluta libertà" spiega Aramburu che non è intervenuto in alcun modo sul lavoro per la serie tv da 'Patria' con cui ha vinto il Premio Strega Europeo e il Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa e che ha ispirato anche un graphic novel nel 2020. "Non ho voluto assolutamente partecipare ed essere coinvolto nella serie televisiva che è stata prodotta. La mia abitudine è quella di non intervenire come sceneggiatore. L'unica condizione che pongo è la totale libertà. Non voglio assolutamente essere un ispettore, un controllore, non capisco niente di cinema e avrei disturbato il lavoro di altri. La sceneggiatura mi è piaciuta molto, avevo una fiducia totale nel responsabile di questo progetto e secondo me il risultato è eccellente" racconta.

E che tipo di letteratura immagina dopo il coronavirus? "Non sono un profeta, ma la sensazione è quella che si vorranno mettere da parte i problemi e dimenticarli. Basta vedere cosa è successo dopo la prima guerra mondiale Forse la mia profezia non sarà così sbagliata" dice. E nella "nostra epoca sconvolta dalla pandemia", in cui i "social hanno sicuramente avuto un'influenza negativa sulle società", auspica "qualsiasi tipo di avvicinamento tra i Paesi europei a livello culturale, politico, sportivo e sociale" e dice che il compito della letteratura è quello di rendere "la comunicazione la più intima possibile". Felice di scoprire Pordenone dove non era mai stato, Aramburu racconta che l'Italia è la sua "seconda casa" ed è davvero "grato di questo premio Credit Agricole Friuladria" che gli è stato conferito per "la magistrale capacità di raccontare, grazie a un'alta concezione della letteratura, le ferite ancora aperte di una società segnata da contrapposizioni violente e terroristiche, che hanno lacerato le intime fibre di famiglie, affetti, amori e amicizie". 
   

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