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Scott Turow, più di Trump sconvolge chi crede in lui

Lo scrittore avvocato racconta 'L'ultimo processo'

SCOTT TUROW, L'ULTIMO PROCESSO (MONDADORI, PP 432, EURO 20,90)

Non ha mai fatto mistero del suo "disprezzo profondo nei confronti di Donald Trump", ma la cosa che più sconvolge Scott Turow, l'inventore del legal thriller, "è il fatto che si siano milioni di cittadini americani che credono alle sue parole". "Trump è un mostro egocentrico e la sua pretesa di aver vinto le elezioni, quando tutti sanno benissimo che le ha perse, dimostra fino a punto si tratti di una personalità patologica, di una persona veramente malata. Quando gli americani storcono il naso e in modo altezzoso giudicano gli italiani stupidi perché hanno portato Mussolini al potere o i tedeschi perché hanno portato Hitler non hanno assolutamente alcun diritto di sentirsi superiori, perché sono milioni e milioni i cittadini che non solo tollerano Trump ma che addirittura lo adorano, quando si tratta chiaramente di un tiranno antidemocratico" dice l'avvocato scrittore Turow, in un incontro in streaming dalla sua casa in Florida per parlare del suo ultimo libro 'L'ultimo processo', pubblicato in Italia da Mondadori. Un legal thriller in cui ritroviamo l'avvocato difensore penalista Sandy Stern, ormai ottancinquenne, malato, sul punto di ritirarsi dalla professione, che decide di difendere l'amico medico Kiril Pafko, Premio Nobel per la medicina, accusato di omicidio, frode e insider trading.

"Accolgo il risultato delle recenti elezioni americane con un sentimento di forte disappunto nei confronti di una parte della popolazione americana, quella che sostiene Trump, e con un grandissimo sollievo nel vederlo lasciare la Casa Bianca e nel sapere che non lo avremo più fra i piedi, io spero per sempre ma quantomeno per un po' di tempo" spiega Turow che lo scorso agosto si è ritirato dalla professione di avvocato per quanto riguarda i clienti privati. Joe Biden e Kamala Harris faranno una grande differenza, anche rispetto alle tensioni razziali? "Sì. E avere una vicepresidente che di nuovo è una persona di colore, aiuterà" dice lo scrittore.

"Ho continuato a praticare l'avvocatura in tutti gli anni in cui sono diventato via via sempre più scrittore, senza mai smettere del tutto di considerarmi un avvocato e di guardare al mondo attraverso la lente della mia professione. E proprio perché sono un avvocato e ho passato ore e ore a studiare e lavorare all'interno del sistema legale che ho la piena consapevolezza di che tipo di minaccia costituisca Trump che considero un nemico della legge" sottolinea lo scrittore che condivide con Sandy Stern, che per la prima volta abbiamo incontrato in 'Presunto innocente', diventato un film con Harrison Ford, un senso più maturo della giustizia e un senso di accettazione del fatto che "la giustizia non sempre implica un unico esito possibile, bensì un insieme di esiti e risultati basati sulla ragione".

In 'L'ultimo processo' un famoso avvocato scava nella vita di un amico famoso medico. Arriverà mai alla verità? E qual è il punto di incontro tra il dovere di difendere il cliente e il rispetto delle regole del sistema? La fiducia nella legge viene messa a dura a prova e il mondo delle case farmaceutiche mostra le sue diverse facce. "La genesi di questo romanzo, come la maggior parte dei miei libri, parte dall'esigenza di spiegare a me stesso alcune cose. La natura dell'amicizia fra Stern e Pafko è un punto fondamentale all'interno del libro e cioè come si valuta la vita di un'altra persona? In questo caso protagonista e antagonista sono conoscenti. E com'è possibile che Stern sia ancora vivo dopo aver avuto nel 2010 un cancro con metastasi pesanti? Doveva in qualche modo aver beneficiato di una terapia farmacologica sperimentale" racconta Turow che il padre sognava facesse il medico.

Quando ha cominciato a scrivere 'L'ultimo processo' c'era anche "il piacere di fare ricerca sul mondo della sanità e dell'industria farmaceutica che rappresenta il 20% dell'economia degli Stati Uniti e una parte anche molto ingente dell'economia dell'Unione Europea e di altri paesi sviluppati. Un mondo estremamente complesso, anomalo, uno strano amalgama di capitalismo e impresa governativa in cui è molto difficile capire chi criticare. Il discorso è ancora più complicato per i farmaci e i vaccini che sono sviluppati con un grosso sostegno economico da parte del governo ed è lecito chiedersi a chi appartengano: alla casa farmaceutica che li ha prodotti o in parte al governo? Non c'è una risposta chiara", argomenta lo scrittore.

Turow ha raccontato anche come è nato il personaggio di Stern. "Si ispira a un amico dei miei genitori, una persona che fisicamente si presentava male: basso, piuttosto sovrappeso, pelato, con un rimasuglio di accento spagnolo, era un immigrato cubano, ma nel momento in cui iniziava a parlare restavi assolutamente stupito dal suo grandissimo fascino, dall'intelligenza, dalla sua capacità di relazionarsi.

Quell'uomo, che non era assolutamente un avvocato, lavorava nella finanza, ha iniziato a prendere forma nella mia immaginazione come un personaggio dal profilo interessante per il mio avvocato difensore penalista che non tendeva, come accade spesso, a voler essere la star dell'aula" e verso il quale lo scrittore prova grande simpatia, condividendone il modo di esercitare la professione, anche se è molto diverso da lui.

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