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Allarme Aie, il libro sta morendo, subito interventi

Crollano vendite e uscite. Fa discutere riapertura librerie

Inarrestabile tracollo del mondo del libro. Le previsioni dell'anno si fanno sempre più nere con una discesa di settimana in settimana del numero di titoli che saranno pubblicati nel 2020. Al 30 marzo siamo arrivati a una previsione di 23.200 titoli in meno per la drastica riorganizzazione dei piani editoriali, cioè circa il 30% dell'intera produzione italiana. Se si pensa che la stima degli editori era, la scorsa settimana, di 18.600 titoli in meno nel 2020, diventa chiaro che senza misure d'emergenza sarà difficile salvare la situazione.

"Accendete un faro sul mondo del libro. Lo state perdendo" dice il presidente dell'Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi in un appello "al governo e al Parlamento". La discesa dei titoli, inevitabilmente, si traduce in una riduzione delle copie stampate di - 49 milioni nel 2020, con effetti a cascata sulle varie articolazioni della filiera. A metterci davanti a questa percezione di "crisi profonda" è la seconda rilevazione dell'Osservatorio dell'Associazione Italiana Editori-AIE sull'impatto che l'emergenza coronavirus avrà nel 2020 sull'intera editoria italiana. Si accende intanto il confronto sulla chiusura delle librerie: in un appello pubblicato il 1 aprile su 'Il Manifesto', con tra i firmatari Ginevra Bompiani, Gianrico Carofiglio e Angelo Guglielmi, viene chiesta la riapertura ma gli editori indipendenti di Adei, dicono "no" e invitano ad aspettare che ci siano le "condizioni di sicurezza per chi lavora e frequenta" le librerie. Secondo i dati AIE cresce anche la percentuale di editori che stanno attuando o programmando la cassa integrazione arrivata al 64% quando era il 61% poco più di una settimana fa. Il 31% ha cambiato il proprio piano editoriale, tagliando le uscite o riposizionandole nei mesi finali dell'anno. Il 98% degli editori - era il 91% secondo le rilevazioni della scorsa settimana - ora valuta il danno come "significativo o drammatico per l'intera filiera".

E alla percezione degli editori fanno da controcanto i dati del mercato e dei canali trade (librerie, online e grande distribuzione) con un -75% nel valore delle vendite nelle scorse settimane. "Questi dati parlano da soli. Da più parti si levano appelli per sostenere la cultura. Non è casuale, l'allarme è evidente" sottolinea il presidente di AIE. "Dateci pane per i nostri denti spirituali. Non di sola tachipirina vive l'uomo" sottolinea l'appello pubblicato su 'Il Manifesto'. "Le librerie aperte non creerebbero le file del supermercato, e darebbero ossigeno all'editoria libraria, su cui si regge gran parte della formazione culturale e della circolazione delle idee nel nostro paese" dice l'appello che chiede al "governo questo gesto di fiducia nello spirito degli italiani, da cui dipende ogni loro migliore comportamento". Ma ADEI - l'Associazione degli Editori Indipendenti Italiani che rappresenta 250 editori, fra cui Astrolabio, Babalibri, e/o, Fazi, Iperborea, Marcos y Marcos, Minimum Fax, Sur, e la maggior parte delle Associazioni Regionali dice chiaramente: "Siamo i primi ad auspicare la riapertura delle librerie fisiche e ci siamo battuti per una legge che da poco permette condizioni di vendita eque proprio perché teniamo alla salute, anche economica, di tutti noi, ma occorre farlo in condizioni di sicurezza per chi ci lavora e per chi le frequenta".

Il presidente di ADEI Marco Zapparoli invita a rimettersi "al giudizio esperto di chi di questo virus si occupa, con competenza, professionalità, passione" e ricorda che "grazie al contributo degli editori, anche grandi, che hanno dato vita a iniziative come Libri da Asporto o Libri con le Ali, sono da poco possibili consegne a domicilio senza spese per i clienti. Un'iniziativa complessa e impegnativa, che permette di tenere vivo un rapporto con i lettori finché le condizioni sanitarie non permetteranno di tornare alla normalità". Certo è, come ha spiegato all'ANSA Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol -GeMS: "se a maggio riapriranno le librerie molte aziende ce la possono quasi fare con strumenti ordinari, se si va oltre ci vuole la cura Draghi".

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