E' crisi nera per il mondo del libro a un passo dal tracollo. Saranno 18.600 i titoli in meno pubblicati nel 2020, 39,3 milioni le copie che non saranno stampate e 2.500 i titoli che non saranno tradotti. E il 61% degli editori sta programmando la cassa integrazione. L'emergenza coronavirus colpisce pesantemente anche l'editoria e il grido d'allarme arriva dai dati dell'Osservatorio dell'Associazione Italiana Editori che già nelle settimane scorse, prima dei decreti che hanno sospeso la libera circolazione dei cittadini, aveva segnalato un calo di vendite del 25% con punte del 50% e fatto presenti le conseguenze gravissime per la rete delle librerie, già in forte difficoltà, e dell'intero sistema.
"Siamo allo stremo. Stiamo lavorando con le forze politiche per accedere a fondi immediati di emergenza per tutta la filiera e su misure specifiche per risollevare il settore. Se non ci si riuscisse il danno culturale del Paese sarebbe gravissimo" dice il presidente dell'Aie, Riccardo Franco Levi. E fa appello al governo: "E' una ricaduta - spiega Levi - che rende il settore del libro una delle prime vittime economiche dell'emergenza coronavirus, al pari del mondo dello spettacolo, del cinema e dell'audiovisivo. Per questo chiediamo al governo di intervenire per sostenere l'intera filiera con strumenti di emergenza analoghi a quelli previsti per questi settori, perché non possiamo permetterci un Paese senza teatri e senza sale cinematografiche, ma neppure senza librerie, editori, promotori, distributori di libri, traduttori". Il rischio, avverte il presidente dell'Aie, è che la filiera del libro "sia stravolta e fortemente ridimensionata: la chiusura delle librerie fisiche ha privato gli editori del canale principale di vendita; le difficoltà di approvvigionamento delle librerie online stanno ulteriormente aggravando questa situazione. Non possiamo permettercelo: se si andasse verso la crisi più nera per il libro, il danno culturale all'intero Paese sarebbe gravissimo.
Di qui la necessità di misure immediate d'emergenza e di interventi più specifici, come il credito d'imposta sulla carta, più sul medio - lungo periodo". Dall'inizio della crisi sanitaria, l'Aie, consapevole degli effetti devastanti delle misure di contenimento del virus sul mondo del libro, ha avviato una newsletter quotidiana per informare gli editori su ogni decisione pubblica che potesse avere un impatto sul loro lavoro e ha avviato un Osservatorio, che si ripete con cadenza settimanale, che monitora le difficoltà e da quanto emerge al 20 marzo, il 61% degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando. L'Osservatorio ha rilevato inoltre che già al 20 marzo gli editori hanno pesantemente rivisto i piani editoriali per il 2020, riducendo del 25% le novità in uscita. E l'88% degli editori esprime grande preoccupazione per la sorte delle sue attività. Tutta la filiera del libro, senza interventi di emergenza, è già avviata verso una crisi che non potrà reggere.