di Marzia Apice
MASSIMO BONELLI, LA MUSICA ATTUALE.
COME COSTRUIRE LA TUA CARRIERA MUSICALE NELL'ERA DEL DIGITALE
(Roi Edizioni, pp.300, 19 Euro). Comprendere come muoversi nelle
nuove regole del gioco dell'era della musica digitale e quali
sono gli attori che contano nel nuovo scenario; fare uno
storytelling sincero e credibile del proprio messaggio musicale
attraverso i diversi media. E poi non dimenticare di considerare
la propria carriera "come una startup" e sfoderare l'arma
segreta, il marketing, la vera leva che, se sfruttata nel modo
giusto, può cambiare il futuro di un artista. Sono solo alcuni
dei consigli che Massimo Bonelli, produttore discografico,
manager e direttore artistico del Concerto del Primo Maggio di
Roma, ha deciso di dispensare ai musicisti di oggi nel suo primo
libro "La musica attuale" (Roi Edizioni).
Il libro, strutturato in 10 capitoli, è configurato come una
sorta di bussola per orientarsi e riuscire ad emergere in un
contesto come quello attuale affollatissimo di artisti e
produttori; in questo manuale, l'autore dapprima delinea il
quadro teorico su come nell'era digitale si sia evoluta la scena
musicale e il mercato che la regola, per poi passare con un
occhio da "insider" a elencare e spiegare una serie di tecniche,
buone pratiche e trucchi del mestiere utilissimi per i giovani
talenti.
"Se sei bravo e hai qualcosa da dire ce la puoi fare: ma devi
avere un'identità riconoscibile, un contenuto valido e delle
solide relazioni, con il pubblico e con gli operatori del
settore", spiega in un'intervista all'ANSA Bonelli,
sottolineando che il primo obiettivo da raggiungere "ormai non è
più la vendita di dischi, ma ottenere attenzione". "Viviamo in
un'era digitale che ormai è stata assimilata dal mondo della
musica e ha creato un impatto positivo: il mercato è cambiato ma
molti pensano e agiscono come se fossimo ancora nell'era
analogica: io ho trovato le chiavi per raccontare questa nuova
fase e per cavalcarla al meglio, senza esserne schiacciati",
afferma, "la verità, e lo dicono le statistiche, è che oggi ci
sono più possibilità di farcela rispetto a prima: gli artisti di
successo sono di più, ma fanno numeri più piccoli". Giovane,
classe 1974, ma già con oltre 20 anni di esperienza nel settore
alle spalle (di cui una decina come musicista emergente, "sono
stato felice e frustrato e, sebbene mi sarebbe piaciuto fare
musica fino alla fine, ho avuto molte più soddisfazioni con la
carriera di oggi che ora non cambierei più", dice), Bonelli per
il libro ha fatto ricerche per 2 anni, tra fonti internazionali,
studi, saggi. Se è vero che oggi per avere successo gli artisti
devono saper fare tante cose, oltre a cantare e suonare (devono
essere esperti di marketing, comunicazione, management, booking,
diritto), questo non fa perdere di vista l'arte? "Non compete a
me giudicare la qualità della musica, e credo che un giudizio si
potrà dare solo tra qualche anno. Forse, se penso alla musica
che ascoltavo quando avevo 20 anni, mi sembra che ci siano meno
talenti e che le canzoni fossero più belle", dice, "ma non so se
esista un termine oggettivo. In ogni epoca ci sono cose
fighissime e cose orribili, è sempre stato così. E di certo
ancora non possiamo dire se la musica di adesso sia destinata a
durare oppure no".
"Quello che serve ora è cambiare approccio: non si vendono i
dischi, non servono videoclip né passaggi in radio e recensioni.
Gli artisti già si sono adattati alla realtà che vivono e molti
sono già capaci di farsi promozione da soli", dice, "ma a volte
manca il passaggio razionale: bisogna superare l'istinto e
capire perché si fa una cosa per sfruttarla al meglio". Un
esempio potrebbe essere quello di Achille Lauro che, dopo il
successo personale a Sanremo, è stato appena nominato direttore
creativo dell'etichetta Elektra? "Non so se lui abbia superato o
meno la parte istintiva, bisognerebbe chiederglielo. Di certo
non è frequente per l'Italia la nomina di un cantante a
direttore creativo e lui da sempre è stato capace di guardare
alla propria immagine, proprio come ha fatto Bowie".
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