Marguerite, Mariella, Virginia. Attraverso le loro vicende la storica Laura Schettini racconta in 'Turpi Traffici' (edizioni Biblink), la storia della prima globalizzazione della prostituzione vista dalla prospettiva del caso italiano. È la storia di Giuseppa, Virginia e molte altre che dalla fine dell'Ottocento si sono imbarcate dai porti del Regno per andare a lavorare nei bordelli in Egitto, Libia, Malta, ma anche quella di Marguerite, una tra le numerose 'prostitute straniere' a lavoro in Italia negli anni Trenta del Novecento.
E ancora. È la storia di Mariella, costretta dal marito Beniamino a prostituirsi incinta nella provincia statunitense all'inizio del secolo scorso, oppure di Francesco, che alla vigilia della Seconda guerra mondiale reclutava giovani native da far prostituire nei suoi cabaret a Panama, e di Max, spregiudicato sfruttatore di ingenue amanti da un capo all'altro dell'Oceano. È la storia di un appassionato diplomatico impegnato alla Società delle Nazioni per la repressione della 'tratta delle bianche', ma anche di dirigenti di polizia, consoli e ministri preoccupati per la reputazione nazionale.
È una storia di prostituzione, di migrazioni, di lavoro, costruita attraverso il ricorso a fonti originali e che copre un ampio arco cronologico, dove l'interesse per le vicende personali si intreccia con quello per le politiche, le iniziative diplomatiche e le misure di polizia. Un libro che racconta, in maniera puntuale e dettagliata, la complessità del mondo della prostituzione nel suo divenire mercato transnazionale, i suoi legami con i processi migratori e l'espansione coloniale, la sua rilevanza come questione politica nazionale.