Che la giustizia, basata su norme e
codici, sia in definitiva fatta dagli uomini, col loro carico di
storie, felicità e dolori, lo si comprende leggendo un singolare
e universale, perché pare valere per tutti, libro di uno storico
magistrato milanese, il giudice Guido Salvini. Tornato gip, un
tempo giudice istruttore che riaprì le indagini sulla strage di
piazza Fontana e che ha seguito tante importanti inchieste, in
'Domenica mattina presto', Pendragon edizioni, ci interroga con
una serie di "liste" di suoi pensieri sulla ricerca di "senso
nella vita" e, allo stesso tempo, confessa parte del suo
vissuto, di magistrato ma in primo luogo di uomo.
Così in forma casuale si parte, un pensiero di poche righe
dopo l'altro ("la forma più rudimentale di scrittura", la
chiama), dalla "lista delle domande che non hanno spiegazione"
passando per quella "delle cose che sei felice di aver fatto",
un'altra ancora sugli "eventi di cronaca riprovevoli", per
finire nel suo Palazzo con le "ipocrisie giudiziarie".
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