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Lemaitre, nessuno è al riparo dall'esclusione

'I colori dell'incendio' nel giorno di chiusura Pordenonelegge

PORDENONE - Le "inquietanti assonanze" che ci sono fra gli anni Trenta e oggi. Pierre Lemaitre ce le fa sentire nel suo nuovo romanzo 'I colori dell'incendio' (Mondadori), ambientato in Francia tra il 1927-29, attraverso la figura di una donna forte, Madeleine Péricourt. "Nessuno oggi può dirsi al riparo dall'esclusione. Due anni fa, in un sondaggio, un francese su due diceva di non sottovalutare la possibilità di poter essere un giorno un escluso. La storia non si ripete, ma negli anni Trenta come ora la sicurezza era fragile e la finanza aveva perso il controllo sul mondo" dice Lemaitre a pordenonelegge, nel giorno di chiusura della Festa del libro con gli autori.

Secondo atteso romanzo della trilogia che racconta il periodo fra le due guerre mondiali - inaugurata con 'Ci rivediamo lassù', premio Gouncourt 2013, tradotto in 26 lingue, con un milione di copie vendute nel mondo - 'I colori dell'incendio' vede Madeleine, dopo la morte del padre, il banchiere Marcel Pericourt, diventare erede del suo impero finanziario. Ma un gesto tragico e inatteso del figlio Paul, 7 anni, la porterà alla rovina e dovrà fare ricorso a tutta la sua forza per sopravvivere, per di più nella Francia di quegli anni.

"La tentazione degli estremismi, il ripiegamento nazionalista, l'attesa quasi messianica dell'uomo della provvidenza ci mostra che una parte dell'Europa sta vivendo una fase neofascista" sottolinea lo scrittore e aggiunge: "L'Europa dovrà confrontarsi, in occasione delle prossime elezioni europee, con un quadro falsato della situazione nel quale c'è una scelta binaria: da una parte un'Europa neoliberale, incarnata da Macron, e dall'altra un'Europa di nazionalismi, incarnata da Orban e da Salvini. Io sono un uomo di sinistra e la scelta fra destra o estrema destra non è proprio il massimo". Con la figura di Madeleine, Lemaitre racconta "la storia di una caduta. Questa donna diventa suo malgrado molto forte, non lo è in partenza. Però ha carattere, in 'Ci rivediamo lassù' va alla ricerca del corpo del fratello nelle zone e cimiteri di guerra. In fondo è comunque una grande borghese, quello che conosce del mondo reale è ciò che le capita di vedere dalla sua finestra. La cosa interessante è che, paradossalmente, è proprio la sua caduta sociale a rivelarla a se stessa e a farle riscoprire, una volta per tutte, il mondo reale, tangibile. Conclude la sua epopea meno ricca e privilegiata ma è più lucida e più generosa" spiega Lemaitre che è autore anche di noir e gialli e con i suoi romanzi, di alcuni sono stati venduti anche i diritti per il cinema, si è imposto come uno dei più grandi narratori francesi di oggi. "Il mese prossimo si inizia a girare 'Tre giorni e una vita' con la regia di Nicolas Boukhrief, di cui ho lavorato alla sceneggiatura. E a gennaio 2019 partirà la realizzazione della serie per la tv tratta da 'Lavoro a mano armata', da me sceneggiata, con la regia del libanese Ziad Doueiri" annuncia all'ANSA Lemaitre. La trilogia partita negli anni Venti, subito dopo la prima guerra mondiale, si concluderà alle soglie del secondo conflitto mondiale.

"Come tutti i romanzieri barerò un po', nel senso che parlerò anche della seconda guerra mondiale. Il terzo volume si svolgerà fra marzo e giugno del 1940, in un momento molto particolare della storia della Francia, in cui il paese era in preda al panico per l'avanzata dei nazisti. Un raro caso di immensa angoscia collettiva che coglierà anche i miei personaggi. In particolare Louise, la ragazzina di dieci anni, grande amica di Edouard Pericourt, nel primo capitolo. Nel 1940 lei ha trent'anni. E' una buona età per un'eroina di romanzo" anticipa Lemaitre Dopo Madeleine, dunque, un'altra figura femminile per il terzo volume della trilogia. "Dar vita a un personaggio femminile non mi risulta difficile. Ho più problemi a calarmi nei panni dei un bambino. Comunque scelgo una storia e nel suo codice genetico c'è il personaggio" spiega lo scrittore che non ha voglia di tornare ai "gialli, ma il noir continua ad interessarmi. Il mestiere del romanziere è quello di fabbricare emozioni che possono essere positive o negative. Deve avvenire qualcosa nella pancia e nel cuore del lettore. Ci vuole affetto per i propri personaggi e molta tecnica".

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