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Istat, ancora in calo lettori in Italia

Istat, ancora in calo lettori in Italia

Dal 42% nel 2015 al 40,5% nel 2016. Giovani leggono più di tutti

ROMA, 27 dicembre 2017, 21:11

Redazione ANSA

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Ancora in calo i lettori in Italia, scesi al 40,5% nel 2016 (erano 42% nel 2015). Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro in 12 mesi per motivi non strettamente scolastici o professionali. E sono le donne ad avere maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1%, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell'anno. A leggere di più sono i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età.
Sono alcuni dei dati aggiornati al 2016, del report Istat su produzione e lettura dei libri in Italia, diffuso oggi.
Sul fronte editoria, il settore come è noto è composto prevalentemente da operatori di piccole e piccolissime dimensioni. Gli editori che pubblicano non più di 50 titoli all'anno rappresentano infatti nel 2016 oltre l'86% del numero totale di editori attivi: di questi oltre la metà (54,8%) sono piccoli editori, i quali pubblicano non più di 10 titoli all'anno mentre quasi un terzo (31,6%) sono editori di media dimensione (da 11 a 50 opere). Oltre la metà dei piccoli editori ha una linea di produzione monotematica.
I grandi editori, ossia quelli che hanno una produzione libraria superiore alle 50 opere annue, pur rappresentando solo il 13,6% degli operatori attivi nel settore coprono più di tre quarti (76,1%) della produzione in termini di titoli e quasi l'86% della tiratura, un'offerta quasi 14 volte superiore a quella dei piccoli editori per titoli proposti e 31 volte maggiore in termini di copie stampate.
Nell'opinione degli editori, si legge nel report, i principali fattori che determinano la modesta propensione alla lettura in Italia sono il basso livello culturale della popolazione (39,7% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (37,7%).
Riguardo la produzione, oltre il 50% degli editori attivi nel 2016 ha sede nel Nord del Paese; la città di Milano da sola ospita più di un quarto dei grandi marchi.
C'è un lieve segnale di ripresa nella produzione: i titoli pubblicati aumentano del 3,7% rispetto all'anno precedente; persiste invece la tendenza alla riduzione delle tirature (-7,1%). L'editoria per ragazzi è in crescita rispetto al 2015: +4,5% i titoli e +6,6% le tirature. Come genere, il primato spetta alla narrativa: quasi l'85% dell'offerta è rappresentata da titoli della categoria "varia adulti". Le librerie indipendenti e gli store online sono considerati dagli editori i canali di distribuzione su cui puntare per accrescere la domanda e il pubblico dei lettori. Intanto continua a crescere il mercato digitale: più di un libro su tre (circa 22 mila titoli) è ormai disponibile anche in formato e-book, quota che sale al 53,3% per i libri scolastici. Resistono inoltre i lettori cosiddetti 'forti' (almeno 12 libri letti in un anno), quota 14,1%, mentre resta costante da almeno 20 anni che 1 famiglia su 10 famiglia su dieci non ha alcun libro in casa.
E' inoltre evidente il legame tra l'abitudine alla lettura e altre forme di partecipazione culturale: il 68,9% di chi legge si è recato di più al cinema rispetto al 41,7% dei non lettori, così come il 34,7% dei lettori ha visto almeno uno spettacolo teatrale nell'anno rispetto al 10,2% di coloro che non leggono, così come la frequentazione di musei o mostre che è praticata dal 54,1% del primo gruppo rispetto al 15,8% del secondo.
Se nel complesso, in Italia, la pratica della lettura è ancora molto modesta e in molte case i libri sono del tutto assenti, negli ultimi anni si sta lentamente diffondendo il consumo di prodotti editoriali digitali.
Nel 2016, circa 4,2 milioni di persone hanno letto e-book (7,3% della popolazione di 6 anni e più). Se si aggiungono anche coloro che hanno scaricato libri on-line il numero sale a 6,3 milioni ossia l'11,1% della popolazione di 6 anni e più, in decisa crescita rispetto all'8,2% del 2015.

   

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