Cosa sarebbe stata Zadie Smith se non
le fosse piaciuto leggere, se non avesse passato tanto tempo in
biblioteca, se si fosse dedicata alla politica, alla musica,
alla danza? La scrittrice entra in questo gioco in cui è bello
immaginare cosa non siamo stati o cosa avremmo potuto essere,
nel suo nuovo coinvolgente romanzo 'Swing Time', pubblicato da
Mondadori nella traduzione di Silvia Pareschi. E' la storia di
un'amicizia fra adolescenti, quella fra Tracey e la narratrice
che sono simili, anche fisicamente, ma diverse. Si conoscono
alla prima lezione di danza ed è questo ad unirle e a diventare
anche l'elemento di una competizione sotterranea.
"E' come se avessi scritto un libro su una strada che non ho mai
preso. Come se stessi recitando la mia falsa autobiografia. Una
vita immaginata" dice all'ANSA Zadie Smith, a Roma con 'Swing
Time', con cui torna nel mondo dei sobborghi multiculturali, con
cui ha vinto il Premio Hemingway 2017 per la Letteratura con
premiazione il 17 giugno a Lignano Sabbiadoro.
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