"Come donna e come scrittrice i
confini nazionali non lì accetterò mai, qualunque essi siano".
Lo ha detto la scrittrice indiana Arundhati Roy, protagonista di
una serata evento all'Auditorium parco della musica di Roma con
il suo nuovo atteso romanzo 'Il ministero della suprema
felicita'' pubblicato da Guanda a vent'anni dal 'Dio delle
piccole cose'.
"Questo tema dei confini appartiene a tutte le creature viventi,
comprese le oche selvatiche. Il mio libro è il tentativo
esplicito di violare i confini. Tutti i confini, tra uomini e
animali, tra vivi e morti" ha spiegato la scrittrice e attivista
super applaudita parlando del suo "romanzo- mondo" come lo ha
definito il presidente Guanda Luigi Brioschi.
"Dobbiamo ripensare cosa significa oggi essere umani e ricordare
che non siamo l'unica specie che popola il pianeta" ha
sottolineato la Roy nel lungo dialogo con Marino Sinibaldi in
questa serata- anteprima di 'Libri Come' di cui ha annunciato il
tema: felicità.
Come scrittrice e come attivista la Roy "ha voluto piantare una
specie di bandiera per dire: 'non vi permetto di dimenticare le
storie degli ultimi che vengono rapidamente cancellate dalla
cultura corrente".
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