Non un convegno, né una tavola rotonda con illustri professori né ancora una giornata di studi: domani, nel giorno in cui in tutta Italia si celebrano gli 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci avvenuta il 27 aprile 1937, all'Enciclopedia Treccani saranno "i linguaggi della contemporaneità, quelli a cui le nuove generazioni sono più attente, a ricordare questo anniversario", spiega all'ANSA Massimo Bray, direttore dello storico Istituto, che il 27 aprile apre le sue porte al pubblico per rendere omaggio in modo solenne al grande intellettuale, pensatore e uomo politico italiano.
L'appuntamento è nelle sale di Palazzo Mattei di Paganica, sede della Treccani, dove nel pomeriggio sarà allestita la mostra Passato e Presente di Elisabetta Benassi, a cura di Iacopo Ceni, una "processione laica" in cui il libro capitolo finale della raccolta gramsciana Quaderni dal carcere, e un chiodo in ferro battuto che ne trafigge le pagine, rievocheranno per il pubblico l'eredità di Gramsci fissandola al nostro presente. Poi verso sera, nel cortile dell'edificio, si svolgerà l'esecuzione (con il mezzosoprano Monica Bacelli e la regia sonora del Maestro Alvise Vidolin) de La Fabbrica illuminata di Luigi Nono, partitura per voce solista e nastro magnetico a quattro piste, che il compositore realizzò registrando all'interno degli stabilimenti genovesi dell'Italsider i suoni, i rumori e le voci della fabbrica per documentare le condizioni lavorative degli operai.
L'idea è quella di raccontare Gramsci prima di tutto ai giovani, cercando di trasmettere l'incredibile portata storica, politica e culturale della sua eredità, mostrando la sua vita e i suoi scritti come "esempi a cui guardare per ripartire", spiega il direttore, in un momento in cui "il Paese ha bisogno di essere ricucito. Abbiamo ancora molto da fare per dare fiducia e avvicinare i cittadini alle istituzioni e c'è bisogno di ricostruire le forze riformiste". "Siamo lontani da quella riforma culturale e morale della società che auspicava Gramsci. L'Italia ha subìto forme di lacerazione che non le hanno fatto bene, e Gramsci, così come il 25 aprile, rappresenta una memoria di tutti - prosegue - io credo che le nuove generazioni siano sensibili all'esperienza di vita e al contributo personale dato alla storia italiana da questo grande intellettuale. Certo, la scuola fa molto per insegnarne l'eredità, ma noi classe dirigente dobbiamo fare di più, perché la cultura è essenziale se il Paese vuole guardare avanti". Per questo, per consolidare il legame con il nostro presente, ha scelto di parlare di Gramsci con i linguaggi contemporanei? "Celebrare Gramsci con arte e musica è stata una scelta meditata a lungo, che valorizza le eccellenze del nostro Paese, ma del resto la Treccani è da sempre attenta ai cambiamenti in atto nella società e nella cultura", spiega il direttore, "e inoltre per noi che siamo editori dell'edizione nazionale degli scritti gramsciani lui è da sempre una figura centrale".
Su eventuali omaggi alla figura di Gramsci anche al prossimo Salone del Libro di Torino, di cui domani sarà svelato il programma, Massimo Bray, fresco di nomina a presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, vuole mantenere il più assoluto riserbo. No comment neppure sulle aspettative mancate in termini di visitatori di Tempo di Libri, la manifestazione 'antagonista' appena conclusasi a Milano, su cui l'ex ministro dice: "Dopo il Salone di Torino ci sarà spazio per tutte le valutazioni, e decideremo come andare avanti", sottolinea. "Intanto posso dire che ogni possibilità di avvicinare i lettori ai libri è importante. E tutti noi insieme dobbiamo fare ogni sforzo per aumentare il legame tra i cittadini e la lettura".
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