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Tullio De Mauro, l'ultimo saluto nella sua Sapienza

Commemorazione gremita, presenti Visco, Franceschini e Raggi

Un ultimo, sentito abbraccio nella 'sua' Sapienza, in una aula 1 di Lettere gremitissima dentro e fuori di rappresentanti delle istituzioni, amici, intellettuali, colleghi e studenti: si è svolta in un misto di commozione e sobrietà questa mattina la commemorazione del grande linguista ed ex ministro della pubblica istruzione Tullio De Mauro, scomparso a Roma il 5 gennaio a 84 anni.

"È stato un grande linguista e intellettuale che ha servito il Paese, un uomo libero e negli ultimi tempi un dinamico presidente del Premio Strega", ha affermato il ministro del Mibact Dario Franceschini, intervenuto alla commemorazione, terminata con un lungo applauso e con i presenti tutti in piedi. A porgere omaggio alla figura dell'illustre professore e a stringersi accanto alla moglie Silvana e ai figli Giovanni e Sabina numerosi membri delle istituzioni tra cui il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, e poi Andrea Riccardi, Walter Veltroni, Piero Fassino, Sabino Cassese, Stefano Rodotà, Luigi Abete.

Negli interventi del rettore Eugenio Gaudio e del professore nonché amico di una vita Alberto Asor Rosa, chiamati a tratteggiare il ricordo di De Mauro, la statura intellettuale e umana del linguista scomparso e soprattutto il suo impegno civile, caratterizzato da un occhio sempre vigile e attento alle dinamiche sociali e culturali del Paese.

Il celebre linguista Tullio è morto a Roma a 84 anni. E' stato docente universitario, già ministro della Pubblica Istruzione e presidente della Fondazione Bellonci, che organizza il premio Strega. 

Nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932, Tullio de Mauro, laureatosi in Lettere classiche, ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Docente di Filosofia del linguaggio alla Sapienza di Roma, è stato poi ordinario di Linguistica generale presso la stessa università. Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana, di cui è stato anche presidente (1969-73). È stato consigliere della Regione Lazio (1975-80), membro del Consiglio di amministrazione dell'università di Roma (1981-85), delegato per la didattica del rettore (1986-88) e presidente dell'Istituzione biblioteche e centri culturali di Roma (1996-97). Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel governo Amato.

Nel 2001 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Per l'insieme delle sue attività di ricerca, l'accademia nazionale dei Lincei gli ha attribuito nel 2006 il premio della Presidenza della Repubblica. Nel 2008 gli è stato conferito l'Honorary Doctorate dall'Università di Waseda (Tokyo). Autore di un'importante traduzione commentata del Cours de linguistique générale di F. de Saussure (1967), tra le sue opere più importanti vanno citati la Storia linguistica dell'Italia unita (1963) e Il grande dizionario italiano dell'uso.

E ancora - come ricorda la Treccani sul suo sito - Guida all'uso delle parole, Minisemantica dei linguaggi non-verbali e delle lingue, Ai margini del linguaggio, Lessico di frequenza dell'italiano parlato, Capire le parole, Idee per il governo: la scuola, Linguistica elementare, successivamente ha pubblicato Prima lezione sul linguaggio, La fabbrica delle parole, Parole di giorni lontani, Lezioni di linguistica teorica, In principio c'era la parola?, Parole di giorni un po' meno lontani, La lingua batte dove il dente duole (con Camilleri) e In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (2014). Ha anche curato il DAIC. Dizionario avanzato dell'italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con M. Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con M. Mancini, 2001). Intensa anche la sua attività pubblicistica: ha collaborato, tra l'altro, con Il Mondo (1956-64) e L'Espresso (1981-90).

Gentiloni, maestro appassionato di lingua italiana - "Ricordo Tullio De Mauro maestro appassionato per quanti amano la scuola, la ricerca e la lingua italiana". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dopo aver appreso la notizia della scomparsa di De Mauro.

Franceschini, ha trasmesso il sapere con passione - "La scomparsa di Tullio De Mauro priva il Paese di un insigne linguista, un uomo di profonda cultura capace di trasmettere con passione sapere e conoscenza, una vivace intelligenza che ho avuto modo di apprezzare negli anni di comune lavoro con il Premio Strega della Fondazione Bellonci". E' il commento del ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

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