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Arte, una risata la salverà

Arte, una risata la salverà

Con lo humour romanesco Guagliumi spiega la bellezza ai ‘truzzi'

ROMA, 27 novembre 2016, 14:12

Marzia Apice

ANSACheck

L 'arte spiegata ai truzzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'arte spiegata ai truzzi - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'arte spiegata ai truzzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Una bella risata guardando una tela di Tiziano, o un quadro di Van Gogh. E che dire di Caravaggio, con il trionfo della luce sul buio, o di Hopper, con l'incomunicabilità della vita moderna? Anche loro sanno essere spassosi. Ne è convinta Paola Guagliumi, storica dell'arte e guida turistica per americani a Roma, la sua città, oggi anche autrice del libro L'arte spiegata ai truzzi (Mimesis), nel quale partendo da un'immagine spiega i capolavori di alcuni tra i più celebri artisti utilizzando il linguaggio dei giovani, rigorosamente in 'romanaccio'. La semplicità del tono colloquiale, la simpatia di battute esilaranti e il 'peso' di contenuti veri: questo è il segreto della sua 'filosofia'. Lo spunto è arrivato ascoltando i commenti di alcuni ragazzi romani in gita scolastica, visibilmente annoiati di fronte ai quadri di un museo londinese: da lì l'intuizione vincente di provare a rendere l'arte più divertente e giocosa, attraverso la freschezza di un racconto colloquiale sulle pagine digitali di un blog, un profilo Facebook e un canale YouTube. Poi un successo travolgente sulla rete per ben 4 anni e infine un libro, stavolta di carta, che ricalca l'omonimo blog pur presentando alcuni inediti, usato come strumento per continuare a diffondere l'idea della bellezza artistica come qualcosa di non elitario ma accessibile a tutti. Il pubblico privilegiato è ancora una volta quello meno interessato all'arte: "Per me è una questione di democrazia, bisogna arrivare a tutti, anche ai burini, tamarri, coatti, insomma ai truzzi, perché l'arte è un diritto. Non so quanto in profondità io sia riuscita ad andare, però so che dopo aver conosciuto il progetto molte persone si sono incuriosite", ha detto l'autrice intervistata dall'ANSA. "L'arte comunica da sé, ma a volte si rischia di non avere un codice comune che ci permette di interpretare: magari in una pala del Trecento vengono raccontate storie bibliche che non conosciamo, oppure può accadere che l'arte contemporanea, spesso autoreferenziale, adatta ai critici, non riesca a coinvolgerci", ha spiegato, "per questo, se pensiamo che l'arte abbia davvero un valore, allora dobbiamo spiegarla e fare chiarezza. In fondo l'arte contiene in sé tutte le domande fondamentali dell'uomo e ogni opera è fruttuosa perché continua a parlare della nostra umanità". Dal libro passerà anche a una narrazione dal vivo, facendo visite guidate in romanesco? "Ancora non so, ma io in realtà quando lavoro già uso questa tipologia di approccio, pur parlando in inglese", ha affermato, "prima colloco storicamente l'opera, poi aggiungo altri dettagli, dico battute e racconto aneddoti".
   

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