Partecipò al I Congresso Nazionale
delle Donne Italiane, a Roma nel 1908, per "la partecipazione
femminile alla vita sociale": ma per Grazia Deledda il primo
terreno di battaglia per la consapevolezza e l'autonomia delle
donne fu quello personale, tanto da diventare un simbolo non del
femminismo ma della nascita di una coscienza femminile. A 80
anni dalla scomparsa della grande scrittrice sarda, il 15 agosto
1936 a Roma, e a 90 dal Premio Nobel per la letteratura
(assegnatole nel 1926, è stata l'unica donna italiana a
riceverlo), ancora non si esaurisce il desiderio di leggere
Grazia Deledda e scoprire il fascino del suo mondo, arcaico e
moderno al tempo stesso.
Nei romanzi e nei racconti, nelle poesie e nelle opere
teatrali, ciò che colpisce ancora dello stile della Deledda è la
scrittura vivida, mai separata dalla realtà ma sempre venata di
lirismo. Tra le sue opere Fior di Sardegna, Anime oneste,
Tesoro, Il sigillo d'amore, Canne al vento (considerato il suo
capolavoro), La Madre.
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