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Salone libro: 'L'eredità' per le fans di 'Piccole donne'

Salone libro: 'L'eredità' per le fans di 'Piccole donne'

Testo inedito di Louisa Alcott tradotto prima volta in Italia

ROMA, 16 maggio 2015, 15:24

Redazione ANSA

ANSACheck

L 'eredita ' di Louisa Alcott - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'eredita ' di Louisa Alcott - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'eredita ' di Louisa Alcott - RIPRODUZIONE RISERVATA

    L'autrice che più di tutti ha insegnato a generazioni di ragazzine il piacere della lettura torna con un testo inedito tradotto per la prima volta in Italia. Si tratta de 'L'eredità', scritto a diciassette anni da Louisa May Alcott, l'autrice di 'Piccole donne', e pubblicato anche in America solo negli anni novanta. Uno scritto giovanile semplice e a tratti acerbo, ma sicuramente un piccolo gioiello per capire da dove è partita la creazione di Jo March e la prosa della sua amatissima scrittrice.
    Il testo tradotto da Lorenza Ricci e Valeria Mastroianni con l' introduzione di Cesare Catà, è pubblicato per i tipi della 'Jo March', la casa editrice umbra che prende il nome dalla protagonista di 'Piccole donne', presente anche quest'anno con un suo stand al Salone del libro di Torino.
    La storia del ritrovamento dell'opera giovanile della Alcott ha dell'incredibile. All'Università di Harvard è una luminosa giornata di luglio di qualche anno fa. Tra le pareti della Houghton Library, qualcuno consulta lo schedario, e d'un tratto rimane col fiato sospeso. I ricercatori Joel Myerson e Daniel Shealy hanno fatto richiesta di visionare un carteggio familiare di una delle più importanti scrittrici americane del XIX secolo, del quale però scoprono non è rimasta alcuna traccia. Una scheda pare però spalancare, invece, una possibilità del tutto inaspettata: "Alcott, Louisa May. L'eredità. Manoscritto autografo; 1849".
    I ricercatori scarabocchiano in fretta il numero di collocazione e consegnano la richiesta di prestito ai bibliotecari. Tra le carte del loro tavolo di lavoro fa capolino un taccuino rosso, delle dimensioni di un diario, che reca una scrittura inconfondibile. Sulla parte interna della copertina trovano attaccato un cartoncino con su scritto: "Il mio primo romanzo, scritto a diciassette anni. High St. Boston". Increduli, i due studiosi iniziano a leggere le pagine di un' affascinante storia trascurata fino a quell'istante: protagonista è Edith Adelon, una povera orfana di origini italiane, accolta e allevata dalla nobile famiglia inglese degli Hamilton, presso i quali diviene istitutrice e poi compagna della giovane Lady Amy. Una lunga lettera svelerà alla ragazza il mistero della sua nascita. Scritto sotto l'influenza dei romanzi gotici in voga al tempo, ancora acerbo nello stile eppure originale nella stesura, 'L'eredità' è, dunque, l'incantevole primo esperimento letterario di colei che diventerà la celebre autrice di 'Piccole Donne', 'Piccole donne crescono' e 'I figli di Jo'.
    "Abbiamo fortemente desiderato questa pubblicazione", spiegano le curatrici della collana Atlantide, che raccoglie romanzi vittoriani, Lorenza Ricci e Valeria Mastroianni. "E' l'omaggio alla scrittrice che, più di tutti, da bambine, ci ha insegnato la bellezza della lettura, perché il primo romanzo di cui abbiamo memoria e di cui siamo state follemente innamorate è 'Piccole Donne'", spiegano. "La fragile e forte, testarda e buona Jo è stata compagna di infiniti pomeriggi, è stata eroina della nostra fantasia, modello della donna che avremmo voluto essere. Lo è stata, e lo è ancora, tanto che del suo nome - concludono le due curatrici - abbiamo fatto il nostro vessillo.
    E questo è il nostro grazie a Louisa May Alcott".
   

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