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'Vivere le emozioni' (e farlo senza sensi di colpa)

'Vivere le emozioni' (e farlo senza sensi di colpa)

I disturbi dell'umore spiegati dallo psicoterapeuta Della Seta

ROMA, 20 novembre 2014, 17:18

Redazione ANSA

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libro - Vivere le emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA

libro - Vivere le emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA
libro - Vivere le emozioni - RIPRODUZIONE RISERVATA

LIVIO DELLA SETA, "VIVERE LE EMOZIONI", (SONZOGNO, pp. 160 - 15 euro).
    Due illustri psicologi, Beverley Fehr e James Russell, hanno scritto - parafrasando un po' il pensiero di Sant'Agostino a proposito del tempo - che tutti sappiamo che cos'è un'emozione, almeno fino a quando qualcuno non ci chiede di definirla. Prova a darne una definizione, citando la massima dei due studiosi, il saggio dello psicoterapeuta Livio Della Seta "Vivere le emozioni": che sono, spiega l'autore, un importante strumento cognitivo, ci aiutano a indagare il mondo e danno forma ai nostri pensieri. Per questo, anche quando sono negative, le emozioni non vanno scacciate - il che del resto è impossibile - ma riconosciute, per non farsi travolgere da esse e diventare più consapevoli di sé.
    Ci libererebbe dal fardello dei sensi di colpa sapere che quello che pensiamo e sentiamo è il frutto di processi neurali su cui non esercitiamo alcun controllo e di cui la scienza sa ancora troppo poco, ma che hanno il solo scopo di garantirci la sopravvivenza nelle migliori condizioni possibili. La mente umana è un organo che ha meno di centomila anni, eppure lavora in un corpo molto più antico. Grazie alla neocorteccia siamo in grado di fare pensieri astratti e dunque, ad esempio, in questo momento evolutivo possiamo per la prima volta non soltanto avere di fronte un pericolo, ma anche pensarlo. Il problema, in quest'ultimo caso, è che nel nostro corpo si scatenano proprio le stesse reazioni difensive che un nostro lontano antenato avrebbe avuto di fronte a un animale feroce, anche se il predatore, naturalmente, non c'è. Insomma se siamo ansiosi o depressi, se proviamo vergogna o senso di inadeguatezza, la colpa non è nostra, ma di un meccanismo evolutivo che - a dispetto di quel che sostengono i più - è tutt'altro che perfetto. Il volumetto sfata molti altri luoghi comuni, come quello che l'anoressia, l'ansia e gli attacchi di panico siano in aumento nella società moderna, dominata dalla tecnologia e non più guidata da imprecisati "antichi valori". Lo pensavano già i contemporanei di Freud, ma si sbagliavano: certi disturbi sono sempre esistiti, ora sono semplicemente migliorati gli strumenti per diagnosticarli. Alla radice del malessere psicologico c'è invece quasi sempre una relazione problematica avuta fin dai primi istanti di vita con le figure che dovrebbero prendersi cura del bambino, innanzitutto la madre. Il benessere dei figli - spiega lo psicoterapeuta - non dipende tanto dalle regole e dall'educazione, quanto dall'affetto e dalla sollecitudine nel rispondere ai loro bisogni già quando sono piccolissimi. Spesso i genitori sbagliano più per "analfabetismo educativo" che per mancanza d'amore. Scritto dopo "Debellare il senso di colpa" (Marsilio 2005) e "Debellare l'ansia e il panico" (Marsilio 2012), il nuovo libro di Della Seta non intende sostituire il rapporto con lo psicoterapeuta, ma offre qualche salutare spunto di riflessione a chi sta male, a chi si ritiene "sano" e a chi cerca di migliorare il rapporto con se stesso e con gli altri comprendendone le dinamiche.
   

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